L’accusa è pesante come un “macigno”. All’uomo di 44 anni viene contestato lo sfruttamento della prostituzione minorile. La prevede l’articolo 600 bis del codice penale per chi “favorisce, sfrutta, gestisce, organizza o controlla la prostituzione di una persona di età inferiore agli anni 18 ovvero altrimenti ne trae profitto, oppure chi compie atti sessuali con un minore di età dai 14 ai 18 ani in cambio di un corrispettivo in denaro o altra utilità”. La pena va da uno a sei anni e scatta anche quando il “denaro o altra utilità” è a carico del corruttore e non del minorenne corrotto, come sembra sia accusato nel caso lodigiano.
I fatti risalgono alla fine dell’anno scorso quando l’imputato venne arrestato e portato a San Vittore, dove si trova tuttora. Il suo caso è trapelato quando il fascicolo è approdato davanti alla sezione collegiale del tribunale di Lodi.
Sembra certo che tra l’uomo e la nipote vi fossero rapporti consensuali, che si consumavano in una casa o in un locale in una stradina del centro di Lodi. Pare che lui pagasse la ragazza con soldi o regali. Tra le carte sono state allegate anche le relazioni dei servizi sociali che hanno raccolto il racconto della diciassettenne. La giovane ora è maggiorenne ma è stata seguita con costanza dopo che emerso il suo rapporto “malato” con un appartenente alla sua famiglia.
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