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Una vita da decifrare

Non sempre è piacevole ricordarsi di come massacrati da mille balzelli ancora si riesca ad andare avanti nei tempi della nostra vita. “ Loro “ i componenti di quel maledetto potere giocano a nascondino e vengono a raccontarci che sarà sempre più dura per noi e non per loro che fanno di tutto per non privarsi di nulla. Vincere con loro è come sfilare la sottana a una donna ancora vestita. Quindi bisogna trovare un senso o il senso. Intanto si racconta un sogno che mai si avvererà, giusto per non morire o peggio ancora avvelenarsi quel po’ di tempo rimastoci. Pensare, ecco il senso di questi brevissimi cenni che forse non ci apparterranno mai nella loro interezza:

UNA VITA DA DECIFRARE

Da quanto tempo non mi fermo a guardare i suoi occhi, a guardarla negli occhi! E ora accade ora che sto morendo con tutto il desiderio di andare incontro alla vita. E non è facile credimi di fermarmi perché ho un tempo da correggere e rincorrere prima che finisca. Siamo tutti qui viaggiatori all’alba di una vita tutta ancora da decifrare per conoscere e imparare, donare ai nuovi anni una migliore prospettiva. Conosco poco il mondo che fuori dalle persiane gira sempre allo stesso verso, con gli stessi orizzontali e verticali, si consuma respirando e rilasciando nell’aria il suo tutto non amare freddo come le ore bianche di luna fredda. Io non sono stato in grado di amare neanche il mio dolore e adesso nuoto dentro un tempo ristretto che va diradandosi nei tanti multipli di se stesso nell’attesa vana di un’alba diversa e che la mia bocca pronunci certe parole di preghiere scritte da mani inferme per non farmi nascere. Prendimi e costringimi vita mia a scriverle, gridarle al mondo là fuori che ama solo se stesso. Ma … dietro le persiane corrono lunghi treni in spazi ridotti dai fili spinati tra baracche di legno e fumo che sa di cenere. Ascolto quel che il mondo lascia nell’aria, sono parole da decifrare incomprensibili come lo è la vita, la mia vita! Vorrei aprendo la porta trovarmi davanti il volto della donna che amo. La donna dai mille sguardi e mille volti, la donna che prendendomi per mano mi allontana dal mondo e dai miei anni che mi seguono come ombre che uguale nella voce raccontano il nulla attorno e un orizzonte ormai distante. Mentre i treni passano sferragliando tra gli spazi ristretti. Ho imparato a memoria ricordi che ancora mi fanno annegare dentro una lacrima mentre il mondo si allontana lasciando posto al dolore. Eppure ancora so amare le assenze e le lontananze che costringono ad aprire scatole ammuffite colme di cose perdute di emozioni appena sbocciate e sogni da imparare a memoria.    

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