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I cavalli di Zamboni segnano i punti cardinali per Arezzo

“Un cavallo per ogni punto cardinale”. Questo il progetto del Sindaco Giuseppe Fanfani che ha presentato quello donato dalla famiglia Tanganelli e collocato sulla rotonda tra via Petrarca e viale Pier della Francesca. E’ il secondo dopo quello di via Tarlati e tutti portano la stessa firma, quella dell’artista bolognese Nicola Zamboni con Sara Bolzani.

“Tutti e quattro i quattro punti cardinali dove insistono strade o luoghi di accesso alla città, saranno contrassegnati da altrettante sculture con la figura del cavallo rampante. Presto sarà la volta degli ingressi sud ed est. Per il primo posizioneremo una statua presso la stazione, per il secondo penso che la fine di via Crispi sia il punto migliore, un contraltare visivo con il cavallo che adesso campeggia in via Petrarca e per la cui donazione ringrazio la famiglia Tanganelli. Un nome molto conosciuto in città, fortemente legato ad Arezzo e che anche questa volta non ha fatto mancare il suo sostegno”.

“È un piacere e un onore offrire alla città quest’opera – sottolinea l’avvocato Federico Tanganelli – un simbolo del legame che la mia famiglia ha con Arezzo, una città alla quale ci legano valori e affetti che ci auguriamo di poter contribuire a valorizzare e che ben si evidenziamo in quest’opera forte e rappresentativa. Un dono fatto in memoria di mio padre Franco che ha contribuito a far nascere tanti cittadini aretini”.

La targa con la dedica è stata realizzata da Andrea Riccioli.

Scheda famiglia Tanganelli

Tanganelli è una delle famiglie più note in città. La casa di cura “Poggio del Sole” in Via Frà Guittone fu costruita nel 1924 grazie all’impegno di Federico Tanganelli che era nato a Poppi nel 1884. Laureatosi in medicina a Roma nel 1908, divenne ufficiale medico della marina militare e partecipò alla guerra Italo-Turca del 1911-12 e alla prima guerra mondiale dal 1916 al 1918. Raggiunse il grado di tenente colonnello medico della Marina. Fu aiuto oculista nell’ospedale San Giovanni di Dio di Firenze e direttore del reparto oftalmico dell’ospedale dipartimentale di La Spezia. Conseguì poi la libera docenza in clinica oculistica.

Nel 1924 fondò ad Arezzo la casa di cura “Poggio del Sole”, con un indirizzo prettamente oculistico determinato dal fatto che l’ospedale di Arezzo non aveva ancora quel reparto. Durante il 1944 la clinica fu distrutta dagli eventi bellici e l’attività medica trasferita nel convento di Sargiano. Nel 1947 fu completamente ricostruita e diventò una casa di cura chirurgica. Appassionato di giardini, Federico Tanganelli fu nominato ispettore onorario del verde cittadino del Comune di Arezzo. Fece progettare il giardino della sua villa di Sargiano dall’architetto Pietro Porcinai.

Il figlio Franco Tanganelli, alla cui memoria è dedicata l’opera di Zamboni, era nato ad Arezzo il 4 agosto 1922. Nel 1943 si era arruolato nel Regio Esercito con il grado di sottotenente. Combatté a Cassino, Montemarrone e Bustica. Laureatosi in medicina nel 1948, si specializzò nel 1952 in ginecologia e ostetricia a Siena e successivamente in igiene e direzione ospedaliera a Pisa. Iniziò quindi a operare nella casa di cura “Poggio del Sole” dove nel 1952 venne aperto il reparto di ginecologia e ostetricia nel quale Franco Tanganelli operò fino al 1995 e rimase direttore della struttura sanitaria fino al 1995.

Appassionato di cavalli e di Giostra del Saracino, nel 1972 venne nominato maestro di campo, carica che mantenne per quattro giostre consecutive fino al 1975.

Profilo Nicola Zamboni

Nicola Zamboni è nato a Bologna il 10 maggio 1943, dopo gli studi e il servizio militare si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Bologna che abbandonò al terzo anno per andare Inghilterra e conoscere lo scultore Henry Moore. Fu ospite del grande artista per circa un mese e al ritorno in Italia si trovò ad affrontare le grandi aspettative e i desideri che quell’incontro aveva suscitato. Trovò un luogo adatto ad accogliere il suo nuovo entusiasmo e iniziò una produzione di opere di grandi dimensioni. All’inizio degli anni Ottanta la sua figura di “artista del sociale” era già affermata e gran parte dei luoghi pubblici della cintura di Bologna e non solo diventarono sedi delle sue opere.

Fu chiamato ad eseguire una scultura per la città di Mito in Giappone. In seguito a questa esperienza fu invitato in diversi paesi dell’estero per eseguire alcune opere per le comunità italiane: Argentina, Brasile, Cile, Perù e Australia. Un altro elemento importante della vita di Nicola Zamboni è l’insegnamento. Iniziò ad insegnare in Accademia a Bologna come assistente a fianco dello scultore Quinto Ghermandi fino a diventare egli stesso docente nel 1995.

Ha insegnato per sette anni all’Accademia di Belle Arti di Brera dove ha incontrato Sara Bolzani nel 1997 e con la quale iniziò una collaborazione che prosegue ancora oggi.

Redazione

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