E’ una delle contestazioni avanzate dal Pm Franco Bettini a quattro militari della Compagnia di Zogno indagati nell’ambito della maxi inchiesta che vede 49 persone chiamate in causa di cui 21 militari dell’Arma, oltre a infermieri e imprenditori, per accuse che vanno dalla corruzione all’abuso, dalla truffa al furto, dalla rivelazione del segreto d’ufficio al favoreggiamento.
In più di un caso alcuni Carabinieri avrebbero dichiarato di essere stati in servizio in un determinato luogo, mentre in realtà erano altrove. La Procura contesta loro di non aver svolto, o aver svolto solo in parte, certe attività di servizio ottenendo ingiustamente indennità per lavoro straordinario, servizi esterni e notturni. Per i quattro militari accusati di questo comportamento il pm ipotizza il reato di truffa.
A smascherare l’inganno sono state le cellule telefoniche. Ogni cellulare, infatti, durante la giornata si aggancia a diversi ripetitori, a secondo di dove si trova, rendendo possibile ricostruire gli spostamenti di una persona. È dunque possibile stabilire l’orario e la zona in cui si trova l’apparecchio. Ed è quello che gli inquirenti hanno fatto in questa inchiesta. Secondo chi indaga, tra i militari c’è chi ha dichiarato di aver prestato servizio esterno di polizia giudiziaria in notturna, mentre invece le celle telefoniche dicono che si trovava nella zona di residenza.
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