Il barese di 38 anni aveva frequentato il corso di base della scuola Flyzone Fermo con la metodologia dell’Aff (Accelerated Free Fall), che prevede l’affiancamento di istruttori nella prima parte del lancio. Prima lezioni teoriche per prepararsi e poi doveva essere il gran giorno, per il quale il trentottenne era giunto nelle Marche insieme ad un amico. Levatosi in volo con un Pilatus Porter, Michele Ciocia si è lanciato con i due istruttori che lo hanno “accompagnato” in caduta libera fino ad un’altitudine di 1.700 metri. Poi il paracadute si è aperto, ma a quel punto qualcosa non ha funzionato. L’uomo non ha neppure avviato le procedure di emergenza ed è piombato al suolo da un’altezza paragonabile a quella di un edificio di tre piani, vicino ad un canneto, ad un centinaio di metri dal punto previsto per l’atterraggio. Immediato il decesso.
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