La sinistra italiana non cambia mai. Abituata a cantare vittoria prima del successo. Vittima di se stessa e del delirio della vittoria. Dalla “gioiosa macchina da guerra” di Occhetto alla “smacchiatura del giaguaro” di Bersani. Fino ad oggi con l’annunciata “asfaltatura” da parte di Renzi e ora la certificazione della “morte” da parte di Letta. Tutti a decretare la fine politica del Cavaliere che sembra all’orizzonte solo per via giudiziaria. Guai però a dichiarare “morto” chi ha tante vite come e più dei proverbiali gatti. La mossa dei servizi sociali non esclude scenari futuri e poi la possibile discesa in campo di Marina B. Insomma Letta e Alfano cantano vittoria ma a nostro giudizio è troppo presto. In una intervista Letta rileva che “si è chiusa una stagione politica, mercoledì si sono chiusi vent’anni, in modo politico, con un confronto politico forte. Berlusconi ha chiesto che cadesse il governo e il Parlamento, in sintonia con il Paese, ha voluto che si continuasse. Ho preso un rischio, senza mediazioni, e in parlamento ho detto che si votasse. Avevo detto che non volevo governare a ogni costo e così è successo”. Peccato per Letta che la durata del suo governo è sempre in bilico perché il sindaco di Firenze scalpita e certo non ha voglia di logorarsi fino al 2015.
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