Il 19 settembre scorso la guardia costiera russa abbordò e sequestrò la nave rompighiaccio dell’associazione ecologista che stava protestando contro la piattaforma petrolifera artica di Gazprom. Dal 24 settembre tutti gli attivisti fermati, compreso Cristian D’Alessandro, sono detenuti nella città di Murmansk dove era stata trainata anche la nave. Greenpeace chiede al governo italiano di sostenere l’azione del governo olandese presso il Tribunale Internazionale previsto dalla Convenzione Onu sul diritto del mare.
Il napoletano di 32 anni, attivista di Greenpeace partecipava da tempo a simili azioni di protesta. Ora però rischia tanto. Confermate, infatti, le accuse di pirateria anche per Cristian D’Alessandro. Secondo l’articolo 227 del codice penale russo l’italiano e gli altri 29 attivisti (di cui 4 russi) rischiano 15 anni di carcere, la pena standard nei casi di pirateria.
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