Il giovane catanzarese di 32 anni uccise la ragazza di 27 anni a Lamezia Terme il 30 ottobre del 2011. Daniele Gatto, dopo avere strangolato la fidanzata per motivi passionali, infierì sul cadavere, devastandole il viso con una canna. Il processo a carico di Gatto si è svolto col rito abbreviato davanti al Gip del Tribunale di Lamezia Terme, Barbara Borelli. Il giudice ha accolto la richiesta di condanna che era stata fatta dal pm, Luigi Maffia.
Il brutale femminicidio avvenne in una zona di campagna in cui la coppia di fidanzati si era appartata. Dopo avere finto in un primo tempo di non sapere che fine avesse fatto la fidanzata, tanto che era stato egli stesso a segnalare ai genitori di Adelina Bruno la scomparsa della giovane, Gatto confessò l’assassinio. L’omicida, nel momento della lettura della sentenza, non era in aula.
Il difensore di Gatto, Francesco Gambardella, aveva chiesto le attenuanti generiche. Il Gip Borelli, però, le ha negate, ritenendo prevalenti le aggravanti dei futili motivi e per aver infierito con crudeltà sul cadavere.
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