Una banda italo-romena costringeva le ragazze prima e dopo ogni prestazione sessuale a timbrare un “cartellino virtuale”. In pratica dovevano chiamare i loro “datori di lavoro”, che cronometravano i tempi di permanenza del cliente e registravano l’incasso.
Le giovani venivano pubblicizzate su internet e tra gli indagati c’è chi preparava il book fotografico.
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