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Orvieto, nelle campagne torna il lupo ingenti danni per la pastorizia

“La presenza di branchi di lupi nelle campagne dell’Orvietano rappresenta ormai un’emergenza per le attività di pastorizia da sempre presenti sul territorio. Gli attacchi ai greggi, un tempo solo occasionali, sono divenuti addirittura quotidiani. La Regione Umbria collabori con gli allevatori attraverso forme di prevenzione del fenomeno, tra cui possibili catture degli esemplari in soprannumero finalizzate al ripopolamento di altre aree appenniniche abbandonate dalla specie. Si attivino inoltre indennizzi diretti alle aziende colpite”.

Fausto Galanello, consigliere regionale del Partito democratico, lancia l’allarme sull’impatto negativo che il ritorno del lupo nel territorio provinciale di Terni sta provocando nel settore della pastorizia. Depositando in Consiglio regionale un’interrogazione alla Giunta sull’argomento, Galanello fornisce dati sul fenomeno. In particolare viene messo in evidenza che “nel 2012 sono state 42 le aziende che hanno denunciato perdite di bestiame nella Provincia di Terni, prevalentemente collocate nell’area dell’Orvietano, per oltre 400 capi tra ovini, bovini ed equini ed un danno diretto ed indotto stimato in oltre 100 mila euro”.

Galanello specifica anche come “i danni subiti dagli allevatori bovini, ovini ed equini sono soggetti ad un iter macchinoso e burocratico e non si quantificano in rimborsi economicamente obiettivi. Non si tiene infatti conto – aggiunge – delle tante problematiche collegate agli attacchi dei lupi, come il deperimento e la perdita dei capi feriti, la diminuzione della capacità produttiva, nonché la la riduzione dei nuovi nati e della selezione genetica dei capi allevati: aspetti che ricadono tutti sulle spalle degli allevatori”.
Il consigliere regionale, all’interno dell’interrogazione, sollecita la Regione Umbria ad “attivare un tavolo per discutere di questo problema trovando soluzioni mirate a definire un indennizzo sicuro, adeguato e in tempi brevi; a promuovere una collaborazione tra istituzioni ed allevatori per le attività di prevenzione, come l’acquisto di cani e barriere di protezione agli stazzi e ai pascoli; a favorire la cattura degli esemplari di lupo ritenuti in soprannumero per la successiva traslocazione in ambiti territoriali dove la presenza della specie può essere più tollerata”.
Redazione

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