Miggiano, utilizzando false identità, anche da donna, avrebbe “convinto i minori – rende noto la Procura – a mostrare parti intime del loro corpo o a compiere atti sessuali che riprendeva e riproduceva su dvd”. In un caso, dopo aver carpito la fiducia di un quattordicenne, lo avrebbe invitato a casa sua per giocare a un videogame, e qui lo avrebbe costretto ad avere rapporti sessuali. Da oltre due anni, stando alle verifiche fatte sul suo computer, avrebbe chiesto sotto falsi account (“Roberta La Neve”, “Miki Morelli”), l’amicizia a ragazzini instaurando con loro un dialogo, fino a formulare richieste di prestazioni erotiche online o di semplice dimostrazione delle proprie parti intime davanti alla webcam. In cambio avrebbe inviato loro immagini di parti del corpo femminile o altri atti sessuali recuperati in rete. L’indagine è cominciata nell’aprile 2012 grazie alla denuncia del padre di un ragazzino di 13 anni che era stato costretto con minacce a tenere nascosto quello che accadeva. I genitori avevano scoperto sul pc del proprio figlio materiale pedopornografico e video erotici che avevano come protagonista proprio il ragazzo. Dalle perquisizioni domiciliari e dal sequestro di materiale informatico in possesso di Miggiano, gli investigatori hanno accertato che nella rete dell’uomo “erano finiti tantissimi minorenni – conclude la Procura – molti dei quali hanno collaborato attivamente all’indagine”.
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