Il latitante, al momento della cattura, si trovava all’interno di un bunker sotterraneo cui si accedeva attraverso una botola, con congegno elettronico, ricavato in un sottoscala realizzato nella cantina dell’abitazione della madre, ove sono stati rinvenuti sofisticati apparati tecnici utilizzati dal latitante per sottrarsi attività ricerca.
Giuseppe Aquino, detto “Peppu u’ pacciu”, era latitante dal luglio 2010, poiché si era sottratto all’arresto nell’operazione denominata “il crimine”, coordinata dalla D.d.a. di Reggio Calabria, quale esponente di vertice della ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata “cosca Aquino”, operante in Marina di Gioiosa Jonica.
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