Un dato sorprendente emerge dai risultati preliminari del calcolo dell’indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie presentati dall’Istat. Sulla base delle sperimentazioni effettuate l’Istituto stima che fra il 2008 e il 2011 (media annua) l’indice è aumentato del 2,2%.
Nel corso del workshop, “L’indice dei prezzi delle abitazioni primi risultati e prospettive”, l’Istat ha mostrato le evidenze provvisorie del calcolo dell’indice dei prezzi delle abitazioni che le famiglie acquistano da qualsiasi altro soggetto (famiglie comprese). In particolare si nota un trend crescente per le nuove abitazioni, dovuto probabilmente al rialzo dei costi di costruzione dei fabbricati residenziali, mentre le quotazioni relative alle case già esistenti fanno registrare un andamento stazionario, nonostante mostrino comunque diverse oscillazioni.
In autunno, il 30 settembre, l’Istat diffonderà per la prima volta l’indice dei prezzi delle abitazioni. Il termometro dell’Istituto di statistica andrà così anche a misurare la temperatura delle quotazioni sulle case, che rappresentano l’acquisto più rilevante per una famiglia.
Il presidente dell’Istat Enrico Giovannini, in occasione del seminario dedicato dall’Istituto ai prezzi delle abitazioni, ha spiegato come sarà “coperta un’area in cui obiettivamente siamo, eravamo, un po’ deboli, un’area in cui altri soggetti hanno lavorato per tentare di fornire informazioni utili agli analisti e ai policy maker. Ma hanno anche lavorato – ha aggiunto – con il sistema statistico italiano ed europeo per colmare questa lacuna”. I primi studi dell’Istat sui prezzi per le abitazioni sono iniziati già nel 2005 e si avvalgono della collaborazione in particolare con l’Agenzia del Territorio e con l’Agenzia delle Entrate. Attualmente con le elaborazioni si basano sugli atti di compravendita. La produzione del nuovo indice deriva dalla necessità di avere informazioni statistiche sulle variazioni dei prezzi pagati dalle famiglie per comprare un’abitazione. L’iniziativa prende le mosse da un progetto Eurostat, affiancato da un Regolamento, che a riguardo prevede la diffusione di indici trimestrali entro quest’anno; mentre dopo il 2014 si valuterà se inserire queste informazioni all’interno dell’indice sui prezzi al consumo, ovvero dell’inflazione.
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