Buone pratiche vita familiare a San Giorgio di Nogaro

San Giorgio di Nogaro (Ud). Al secondo incontro del progetto “Famiglie nella pratica”, organizzato dall’associazione La Viarte Onlus, Don Loris Benvenuti, presidente dell’associazione, ha affrontato il tema “Chi va a fare la spesa? Appunti di buone pratiche di vita familiare”. “C’è qualcosa di irriducibile – afferma Don Loris – in quello che succede nell’esperienza di coppia, nel fatto che due persone si incontrino, si intuiscano e che nasca il desiderio di condividere un destino: e custodire il destino comune è innanzitutto una responsabilità singolare, personale. Quando si “abbraccia” un altro, inevitabilmente si abbracciano anche i suoi limiti, le sue carenze, le sue contraddizioni. Il volersi bene è costantemente minacciato dalla quotidianità, dalla pratica della vita. Spesso si ritiene che il modo migliore per gestire la quotidianità sia quello organizzativo/democratico, tramite il quale l’attenzione ricade su “chi deve fare cosa” (“Io ho fatto questo, quindi a te spetta fare quello”). Questo metodo del “pianificare” non regge a lungo, perché non tiene conto della realtà e dei limiti delle persone”. “Ecco che la “buona pratica”- continua Don Loris – diventa quella che sa accogliere pazientemente le crepe dello stare insieme. Bisogna entrare nella logica del sacrificio, del dono di sé all’altro. A volte si è il dono nei confronti dell’altro, a volte si è in debito (che apre poi alla riconoscenza). Ad esempio, se una persona ha il difetto di essere disordinata, e nemmeno dopo molti tentativi riesce a cambiare in maniera radicale, forse è il caso che chi gli sta affianco accolga questa carenza e la accetti. Rassegnazione? Sì, la rassegnazione può diventare il primo passaggio per l’accettazione e l’accoglienza della realtà. Un dono è gratuito non perché non si aspetta niente in cambio, ma perché non lo pretende. E dunque bisogna essere disposti a fare qualcosa che l’altro non fa. Il lamentarsi mette in gioco il senso del destino comune. Questa logica non è ridistribuibile in forma equa, perché tiene conto dell’umano che c’è in noi. O ci si educa ad accogliere i limiti dell’altro, oppure si vivrà di rimpianti o illusioni”.  Giovedì 3 maggio ci sarà il terzo incontro “I presupposti di una famiglia che tiene”, tenuto da Don Vincenzo Salerno e Gabriella Burba.

Redazione

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