Vibo Valentia, il Tar annulla le ordinanze comunali sui pannelli pubblicitari

Anche la giustizia si è pronunciata nel merito al settore pannelli pubblicitari nel centro calabrese bocciando le decisioni assunte dal Comune di Vibo Valentia. Dieci ordinanze, infatti, sono state annullate dalla sezione prima del Tar (presidente Giuseppe Romeo, Concetta Anastasi consigliere e Anna Corrado estensore) che ritiene fondato il ricorso proposto dalla Pubbliemme di Domenico Maduli (rappresentata dagli avvocati Olga Durante, Marica Inzillo e Vincenzo Cantafio) contro il Comune capoluogo, difeso dall’avvocato Mariastella Paolì.

Le ordinanze annullate sono quelle (dalla numero 51 alla numero 60) attraverso cui, il 21 aprile dello scorso anno, il dirigente del settore pianificazione territoriale e urbanistica di palazzo “Luigi Razza” ordinava la rimozione di pannelli adatti per l’affissione di manifesti pubblicitari (delle dimensioni di un metro e 50 centimetri per 30 centimetri) montati su struttura in ferro tubolare collegata alla copertura di edicola di giornali.

Il Tar, infatti, in merito ai pannelli evidenzia che si tratta “di un manufatto agevolmente rimovibile, per il quale non è necessario il rilascio di un permesso a costruire”. Inoltre, secondo i giudici del Tar nello stesso senso “depongono le ridotte dimensioni del pannello che escludono possa configurarsi una alterazione dello stato dei luoghi tale da imporre il previo rilascio di titolo abitativo”. Da ciò per il Tar “ne consegue l’illegittimità delle avversate ordinanze, per come fondatamente dedotto dalla parte ricorrente in ordine al punto centrale delle questioni poste con il ricorso in esame, quella della non necessità della concessione edilizia, con conseguente assorbimento delle ulteriori e distinte censure di ordine formale e procedurale”.

Una sentenza che di fatto legittima la correttezza dell’azienda che da anni opera a Vibo Valentia ed in tutta Italia, leader nel settore outdoor, impresa da sempre impegnata nella valorizzazione dell’economia del territorio e la crescita del tessuto sociale, ligia al rispetto delle norme che regolano il settore e pioniera in città sul fronte della pubblicità e della comunicazione.

Diversi sono gli sforzi di questo gruppo aziendale per far valere le proprie capacità manageriali in una terra dove domina l’anti Stato, e bisogna anche combattere con la scarsa propensione di dirigenti di passaggio che non “amano” capacità di dialogo con le poche Aziende che stanno ancora investendo in questo territorio, oramai palesemente bistrattato.

Una sentenza che pone al Comune una necessaria riflessione su una materia in cui lo stesso Ente dovrebbe trovare soluzioni condivise con le aziende che operano in questo ambito e che contribuiscono allo sviluppo del territorio.

Redazione

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