Killer dei cinesi, la caccia all’uomo è una corsa contro il tempo

C’è una certezza per gli inquirenti. Non era la prima volta che la coppia di giovani magrebini rapinava. E non era la prima volta che si accaniva contro un cinese. I due killer avevano già colpito. Poco lontano da via Giovannoli, nello stesso quadrante di Roma. Succedeva all’incirca due mesi fa. Una rapina in strada, vittima, anche in quel caso, una donna cinese. L’avevano minacciata con un casco a consegnare loro il denaro. E poi erano fuggiti col bottino. La donna aveva sporto denuncia contro ignoti ai carabinieri della compagnia Casilina. L’indagine non portò a molto se non a isolare le impronte dei due rapinatori, si erano lasciati dietro parecchie tracce. I loro dati vennero acquisti e registrati come succede per migliaia di piccoli crimini. Rapinatori di professione a Cinecittà, diventati killer a Torpignattara.

Sulla borsa di Lia Zeng, sui caschi e sulla maglietta nera che uno dei due indossava durante il duplice omicidio, i militari del Ris di Roma hanno trovato decine di tracce. Impronte, profili genetici, sangue. Tutti elementi che hanno permesso prima di identificare i due magrebini, poi di scavare nel loro passato. Ed è così che, tra le migliaia di fascicoli accatastati in procura, è spuntata l’impronta lasciata nella rapina di Cinecittà. Gli specialisti del Ris non hanno dubbi: sono gli stessi. I killer di Torpignattara avevano già colpito a novembre. E almeno un’altra dozzina di volte.

Non si spostavano molto i due assassini a cui i carabinieri del nucleo investigativo di Roma danno la caccia, senza sosta, da una notte e cinque giorni. Il quadrante della città in cui si muovevano, che fosse per dormire o per “guadagnarsi da vivere”, era sempre lo stesso. Quello in cui hanno rapinato la prima cinese. Quello in cui hanno tolto la vita a Joy e a Zhou. Quello in cui più volte, nel corso del tempo, sono stati fermati per controlli di vario genere. Cinecittà, Quadraro, Casilino, Torpignattara: negli ultimi due anni i loro affari non si sono mai mossi da lì, dalla parte orientale della Capitale. Che fossero rapine, furti o rivendita degli oggetti che avevano rubato. E le vittime prescelte, molto spesso, erano gli orientali. Li cercano a Roma, in Italia, all’estero. Di sicuro i loro spostamenti sono avvenuti via terra, un aeroporto sarebbe stato un ostacolo insormontabile. Uno dei due potrebbe aver varcato il confine per rifugiarsi in Spagna o in Francia, paesi dove la comunità marocchina è fortemente radicata. Addirittura potrebbe anche già essere tornato in patria. Possibilità che hanno fatto accelerare le ricerche: da ieri le foto degli assassini di Zhou e Joy sono state diramate a tutte le polizie di frontiera. La caccia all’uomo è una corsa contro il tempo.

Redazione

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