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Ospedale gioiese ricorso della Cgil contro l’azienda sanitaria

In una nota stampa la Funzione Pubblica Cgil e la Funzione Pubblica e la Cgil Medici, informa di aver presentato un ricorso ex Art. 28 Legge 300/70 per attività antisindacale, contro l’Azienda Sanitaria di Reggio Calabria, relativo a tutta una serie di omissioni e quindi al  rifiuto di svolgere le trattative previste dai Contratti Collettivi e dalle Normative che regolano le relazioni sindacali, compreso la richiesta di annullamento dell’Atto Aziendale, per il quale la Squillacioti si è fermata alla sola informazione.

“Quest’ultimo importantissimo strumento di gestione, raffrontato ai Ccnl e ai Dpgr n. 18 e 106 – si legge nel comunicato – diventa sempre più di attualità e fa emergere quelle contraddizioni che rendono nullo l’Atto Aziendale (a meno che non si interviene con una nuova legiferazione). Tali contraddizioni, oltre ad arrecare del male alla Salute Pubblica del territorio provinciale e agli obiettivi del Piano di Rientro, sono in netto disaccordo con i decreti emanati dal Presidente della Giunta Regionale. E’ strano tutto questo e non condividiamo affatto l’assenso manifestato dalla Conferenza dei Sindaci, pur comprendendo la loro estrazione territoriale e di appartenenza. Tutto ciò non è però sufficiente a superare le illegittimità nascoste nell’Atto Aziendale dell’Asp di Reggio Calabria. Al punto V.2 – Strutture Complesse e Semplici – il testo specifica che  per struttura operativa si intende l’articolazione organizzativa alla quale è attribuita la responsabilità di gestione di : risorse umane, strumentali,  strutturali e finanziarie. Aggiunge poi che – l’Azienda individua le strutture semplici e complesse, coerentemente con quanto definito nel Dprg 18/2010 per la parte ad essa relativa; al punto V.2.1. – strutture operative complesse- quantifica le caratteristiche minime che debbono possedere e che specifica in: dimensioni organizzative rilevanti, dotazione di personale specialistico dedicato, aree fisiche assegnate ecc.ecc. Successivamente al punto V.2.3 – Strutture semplici a livello di struttura operativa complessa – specifica che: le strutture semplici a livello, alle quali può essere attribuita responsabilità della gestione diretta di risorse umane e tecniche.

Rilievi. In primis non possiamo non ribadire la mancanza di dotazione organica associata all’emanazione dell’Atto Aziendale. Tale incompiuta procedura non consente di capire come saranno rispettati i parametri riferiti al personale delle strutture Complesse e Semplici di nuova istituzione anche alla luce del blocco dell’assunzioni. Inoltre, la mancanza di una proiezione sui costi per l’istituzione di nuove strutture, dimostra la loro incompatibilità con il bilancio Aziendale.

Fatta questa premessa indispensabile andiamo ai singoli punti.

L’azienda non ottempera a quanto statuito dal Dprg 18/2010.  La S.C. di Nefrologia e Dialisi Ospedaliera, il decreto 18 la considera come semplice, il successivo 106/11 non assegna posti letto; il Dipartimento delle Dipendenze con una sola S.C. di nuova istituzione, nelle linee guida, invece, il Dipartimento è tale soltanto se sotto articolato da almeno cinque S.C.; e ancora, si inventa un nuova CAPT; dagli organigrammi ospedalieri risultano 44 S.S.  su 26 assegnate dal decreto, mentre, le S.C. pur essendo in sostanziale equilibrio evidenziano uno scostamento tra quanto stabilito nel decreto e quanto invece posto in essere nell’Atto Aziendale.

V.2.1  dimensioni organizzative rilevanti. Questo principio non viene rispettato nell’organigramma. nel Dipartimento Prevenzione sono inserite ben due strutture complesse di Prevenzione e Sicurezza negli ambienti di lavoro (Uopisal). Se questo servizio ha le caratteristiche sopra descritte tutti gli altri servizi afferenti al D.p. sono ugualmente importanti e quindi dovrebbero essere suddivisi in due S.C. anziché in una. La valenza strategica attribuita all’Uopisal, è funzionale a un componente dello staff Aziendale, parente di un consigliere provinciale anch’esso componente dello staff.

V.2.3 questo punto contraddice i Ccnnl. Infatti il contratto integrativo del 6 maggio 2010 al comma 1 dell’art 4 specifica che : si precisa che l’incarico di direzione di struttura semplice, ed in particolare quella dipartimentale, include necessariamente la responsabilità di gestione di risorse umane e strumentali, che deve essere prevalente rispetto agli atri criteri e parametri. Questo non vuol dire che con la dizione espressa al punto V.2.3 permette la creazione di Strutture Semplici senza personale e solo per accontentare qualcuno. Gli esempi di qualche favore continuano e li troviamo sparsi anche nell’organigramma dei vari ospedali, in assenza di quelle caratteristiche gestionali stabilite dal contratto di lavoro. Altro ancora si può trovare nell’assegnazione delle S.s. Area Portuale, collegata alla S.c. dell’Uopisal. Insomma, la logica e il buon senso, in una regione sottoposta al piano di rientro avrebbero consigliato al massimo un incarico di alta specializzazione e mai una S.S.. Persino vi è l’ardire di collocare, nel Dipartimento Prevenzione, una S.S. di Medicina Legale con funzioni di coordinamento commissioni invalidi (in via d’estinzione), doppione della struttura semplice dipartimentale di Medicina Legale; altro doppione grava sulla S.S.D. di Chirurgia d’urgenza, in presenza di una S.C. di Medicina e Chirurgica d’ emergenza. Continua la sequela del decreto 106 e troviamo le Strutture Complesse di Otorinolaringoiatria senza posti letto; quelle Semplice di nefrologia e dialisi senza posti letto e poi un incomprensibile assegnazione a seconda dell’ambito territoriale di appartenenza”.

“Alla luce di queste ulteriori osservazioni – concludono il segretario generale Fp Cgil Giuseppe Gentile ed il segretario Cgil Medici Francesco Lo Schiavo – annunciamo, qualora non sarà ripristinata la legalità nell’Atto Aziendale dell’Asp 5 di Reggio Calabria, il ricorso agli Organismi superiori Ministeriali ed alla Conferenza Stato Regioni”.

Redazione

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