All’indomani della presentazione dell’attesa riforma della Politica agricola comune (PAC) da parte della Commissione Europea giungono i primi commenti dell’Osservatorio economico di UNICAA, organizzazione al servizio delle imprese agricole espressione di Uniagronomi, Confcooperative e Unima.
“Sono state quasi totalmente confermate – esordisce Giambattista Merigo, presidente di UNICAA – le prime anticipazioni sulla PAC post 2013 trapelate dagli ambienti di Bruxelles nelle scorse settimane, tra le quali un’incidenza del 30% della cosiddetta componente verde degli aiuti PAC e l’avvio di un percorso di rimodulazione degli aiuti concessi da Bruxelles. Su questo secondo punto, tuttavia, è scomparso il termine – inizialmente annunciato – del 2028 come data entro la quale sarebbe stato parificato in tutti gli Stati membri il valore dei cosiddetti ‘titoli’ che abilitano ogni agricoltore europeo all’ottenimento dei sussidi PAC”.
In altre parole, si sta puntando ad una convergenza graduale del valore unitario dei titoli verso parametri comuni a tutti gli Stati membri. Ciò si tradurrebbe soprattutto in un miglioramento per gli agricoltori dei Paesi comunitari dell’Europa Orientale, a fronte di significative decurtazioni per altri Stati e regioni. Il processo partirebbe nel 2014, ma una data certa per il suo definitivo compimento ancora non c’è.
“Compare ufficialmente nella proposta di impianto per la prossima PAC – aggiunge Danilo Pirola, direttore di UNICAA – la definizione di agricoltore attivo, già nell’aria da parecchio tempo. Il criterio è il seguente: non dovrebbe essere concesso alcun pagamento diretto alle persone fisiche o giuridiche, o ai gruppi di persone fisiche o giuridiche, i cui attuali aiuti diretti agricoli non superino il 5% del proprio reddito complessivo. Questo tipo di impostazione andrebbe nella direzione di privilegiare gli agricoltori professionali. Vi sarebbero comunque contributi forfettizzati per i piccoli produttori con valori degli aiuti compresi in una forbice di 500-1000 euro”.
È invece ancora prematuro fare previsioni precise sulla riduzione complessiva di fondi comunitari per l’agricoltura che potrebbe colpire il nostro Paese . Ad ogni modo, su questa nuova PAC ora si apre il confronto della Commissione con gli Stati membri e con il Parlamento Europeo: quest’ultimo, grazie al nuovo meccanismo comunitario della codecisione, potrà partecipare per la prima volta in forma veramente attiva all’approvazione del testo finale proposto dalla Commissione.
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