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Catania, aumento notevole della Tarsu per coprire un servizio inesistente

Catania tra le sei città più cattive d’Italia in tema di costi per i rifiuti. E adesso arriva l’ennesimo aumento di 27 euro per un servizio che non accenna a migliorare. Una battaglia che Sinistra Ecologia e Libertà catanese ha già lanciato da tempo. “Sono trascorsi cinque mesi- spiegano- dall’avvio del nuovo servizio di raccolta e gestione dei rifiuti urbani e il primo, vero segnale di cambiamento si manifesta finalmente agli increduli cittadini catanesi. Non si tratta di un notevole incremento della raccolta differenziata, né dell’apertura delle isole ecologiche, né tantomeno della distribuzione di materiale informativo chiaro e dettagliato o della costante e accurata pulizia dei cassonetti e dei punti di raccolta che li accolgono. Si tratta invece dell’aumento della Tarsu, che servirà a coprire i  maggiori costi di un servizio che non funzionava prima e continua a non funzionare adesso. Ventisette euro di aumento si aggiungeranno alla già salatissima tassa sui rifiuti urbani che colloca Catania al 6° posto tra tutte le città italiane per costi del servizio di igiene urbana, con una Tarsu il cui importo medio è di 365 euro. Siamo al sesto  posto nella lista dei cattivi ( chi paga di più) e agli ultimi posti in quella dei buoni (comportamenti più virtuosi): al 96° posto, su 130 città,  per produzione pro capite di rifiuti, al 99° per percentuali di raccolta differenziata. E’ questa è la malattia di cui soffre Catania. E la cura scelta dall’amministrazione comunale si rivela palesemente inadeguata. Lo abbiamo già sostenuto e continuiamo ad affermarlo adesso: questo cosiddetto sistema di “prossimità” non potrà mai garantire il raggiungimento delle percentuali di raccolta differenziata prescritte per legge, ed espone l’amministrazione al concretissimo rischio del pagamento delle pesanti sanzioni previste. Sarà poi un ulteriore aumento della Tarsu ad assicurare la copertura delle multe comminate? C’è una sola cosa che l’amministrazione deve immediatamente fare: abbandonare il sistema attuale e introdurre il “porta a porta” che permette una riduzione della produzione dei rifiuti, rese maggiori di raccolta differenziata e minori costi di smaltimento.   I fatti che hanno fin qui caratterizzato la vicenda del nuovo appalto dei rifiuti a Catania ci consegnano un’unica, incontrovertibile verità: tante promesse non mantenute, un’unica non promessa diligentemente realizzata: fare pagare di più i cittadini catanesi. Tutto il resto sono solamente chiacchiere”.

Laura Galesi

Redazione

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