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Anm, il tribunale di Roma rischia la paralisi

“La profonda crisi di risorse umane e materiali attuale sta conducendo il tribunale di Roma al rischio paralisi”. Marco Mancinetti, presidente della giunta Anm capitolina, spiega nel dettaglio: “La pianta organica del personale amministrativo del Tribunale di Roma è passata dalle 1358 unità del 2005 alle 1182 attuali, le presenze effettive a maggio 2011 sono 997. Alla fine del 2011, sono previsti ulteriori 36 collocamenti a riposo e il blocco delle assunzioni per i prossimi tre anni determinerà ulteriori scoperture. Nell’anno 2010, la richiesta di “personal computer” per il personale amministrativo è stata soddisfatta solo per il 16%; per le stampanti multifunzione, in grado di scannerizzare gli atti, solo per il 5% circa”. Secondo i dati dell’Anm “sono attualmente 83 le unità di personale amministrativo del tribunale distaccate ad altre amministrazioni, Ministero della Giustizia in testa. Nelle Sezioni Civili e Lavoro stanno già abnormemente dilatandosi i tempi che intercorrono fra il deposito dei ricorsi e la iscrizione/designazione del giudice e quelli di trasmissione del fascicolo allo stesso”. Quanto al settore penale, “migliaia di sentenze giacciono negli armadi in attesa degli adempimenti successivi”. Il risultato è che la carenza di personale rappresenta la principale causa delle lunghissime file di avvocati e cittadini presso le cancellerie e gli sportelli degli uffici. “La novità – segnalata dall’Anm – è che il dirigente del personale amministrativo del Tribunale di Roma, operata una ricognizione delle residue forze in campo, ha chiesto al Presidente del Tribunale, espressamente, di “ridurre il numero delle udienze”, evidenziando come non si possa oltre garantire lo stesso livello di servizi”. Ecco perché, con un documento congiunto indirizzato a via Arenula, “sei diversi direttori amministrativi del settore penale del Tribunale di Roma hanno segnalato che la macchina amministrativa non è in grado oggettivamente di tenere il passo della produttività dei giudici”. Per l’Anm la conclusione è una sola: “Mentre si favoleggia di una informatizzazione degli uffici già in gran parte avvenuta (e che gli operatori della Giustizia sanno essere invece, tuttora, nel libro dei sogni), o si discute della riforma costituzionale della giurisdizione, l’unica riforma epocale già in atto è quella di una riduzione progressiva della giurisdizione quotidianamente resa, della chiusura di uffici e servizi per assenza di personale e di risorse materiali”.

Redazione

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