“I malati oncologici hanno il diritto di lavorare, escluderli dal mondo del lavoro è un’ingiustizia da condannare: emarginare un malato equivale a diminuire le sue possibilità di guarigione”.
A dirlo è il presidente di Lilt Firenze Alexander Peirano, che esprime massima solidarietà a Serena, la donna fiorentina di 54 anni che non riesce a trovare un impiego a causa della sua patologia.
“La malattia non può essere una condanna civile, professionalità e volontà non possono passare in secondo piano – sottolinea Peirano – Come Lilt abbiamo un servizio dedicato e collaborazioni esterne proprio su queste tematiche, che sono centrali nella cultura dell’attenzione ai malati che dovrebbe contraddistinguere una società moderna”.
“Nella nostra esperienza al centro di riabilitazione Ispro Lilt di villa delle rose – spiega Giovanna Franchi, psico-oncologa- vediamo tante persone discriminate sul lavoro a causa della loro malattia oncologica. A volte le terapie rendono obiettivamente difficile affrontare le attività quotidiane, ma in tantissimi casi il tumore non impedisce di lavorare. Anzi, l’inserimento in questo ambito può essere uno stimolo prezioso per riprendere in mano la vita e per continuare a portare il proprio contributo e le proprie competenze nella società”.
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