Taranto

CIA, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri chiedono azioni concrete al Consorzio Stornara e Tara sulle risorse irrigue

Taranto. A che punto è la manutenzione dei canali e delle strutture irrigue propedeutica all’avvio della irrigazione 2023? E la richiesta di attingimento di acqua dalla Basilicata, per la diga di Monte Cotugno? Si è proceduto con la richiesta di rimodulare l’accordo sul costo dell’acqua, sul quale grava la quota relativa al danno ambientale?

Sono queste le domande poste congiuntamente dalle organizzazioni agricole tarantine CIA Agricoltori, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri al Consorzio Stornara e Tara, attraverso una lettera ufficiale indirizzata al direttore dello stesso, Pietro De Simone, e al direttore del Servizio Agrario Gianni Merlino; nella missiva, inviata per conoscenza anche all’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, e al Commissario Unico dei Consorzi commissariati, Alfredo Borzillo, le associazioni agricole tarantine reiterano nuovamente “la richiesta di ricevere copia della delibera del Consorzio per la stagione irrigua 2023”, chiedendo “quando sia materialmente previsto l’avvio delle domande di prenotazione e venga ufficializzata la data di erogazione dell’acqua”.

La nuova, unitaria e compatta iniziativa delle organizzazioni agricole tarantine segue a quella già presa giovedì 9 marzo, quando tutte insieme sono tornate a sollecitare il Consorzio Stornara e Tara su questioni di vitale importanza per gli agricoltori.

Le associazioni che difendono le aziende agricole pugliesi, infatti, sono tornate a esprimere e a motivare la loro assoluta contrarietà rispetto all’aumento delle tariffe irrigue stabilito dal Consorzio. La questione relativa alle risorse idriche per l’agricoltura tarantina, infatti, resta ancora in attesa di risposte che tardano ad arrivare. Un ritardo che si fa ogni giorno più pesante e pressante, considerate le incognite e le problematiche poste, ad esempio, dall’enorme e drammatico problema della siccità. Un altro tema fondamentale che aspetta di essere dipanato attraverso progetti, programmazione e azioni concrete è quello che riguarda la manutenzione di canali e strutture irrigue.

Oltre che con gli effetti devastanti della siccità, infatti, gli agricoltori tarantini sono costretti a fare i conti con la vetustà e l’esiguità di infrastrutture e servizi irrigui adeguati, efficienti, moderni, capaci di dare prospettiva e orizzonti di futuro allo sviluppo di colture che rappresentano eccellenze assolute di valore nazionale e internazionale.

Franco Gigante

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