Taranto

Cia Due Mari lancia l’allarme: «Agrumi nel Tarantino, tanta qualità, altro che Black Friday»

Taranto – La buona notizia è che per gli agrumi del Tarantino la campagna in corso è una delle migliori degli ultimi anni in quanto a qualità dei prodotti; la brutta, invece, è che le offerte “civetta” della grande distribuzione organizzata, con i prezzi stracciati a carico di produttori ed esportatori, riduce ulteriormente la redditività per le imprese agrumicole.

Imprese già duramente provate dal dover sostenere costi di produzione mai così alti da 20 anni a questa parte.

Ad accendere i riflettori sulla questione, tirando ironicamente in ballo la settimana appena conclusa del Black Friday, è stata l’Area Due Mari Taranto-Brindisi di Cia Agricoltori Italiani di Puglia.

Il presidente Pietro De Padova e il direttore Vito Rubino hanno chiaramente puntato il dito sulla grande distribuzione organizzata: «Non può fare Black Friday sulla pelle dei produttori – hanno dichiarato i dirigenti Cia – Il comparto agrumicolo, nonostante la qualità delle produzioni di quest’anno, continua a scontare squilibri sui quali stiamo chiedendo interventi ormai da moltissimo tempo».

Il presidente De Padova non si è nascosto: «Fatta eccezione per le offerte civetta al ribasso – ha reso noto – i prezzi dell’ortofrutta nei supermercati hanno subito un’impennata, tanto da determinare una riduzione dei consumi e la conseguente contrazione di redditività per i produttori».

Duro anche lo sfogo del direttore Rubino: «Promozioni “sottocosto” distorcono il mercato, destabilizzano i produttori e, di fatto, possono rappresentare una forma di pressione affinché le aziende agricole siano costrette a svendere il proprio prodotto».

«CIA Agricoltori Italiani sta lavorando per favorire le organizzazioni di produttori, le cooperative e una filiera che faccia anche trasformazione per conservare il valore aggiunto del settore agrumicolo – ha aggiunto Rubino – Assieme alle istituzioni di ogni livello è necessario avviare una grande campagna informativa e di promozione dei nostri agrumi, perché se le aziende agrumicole chiudono, il danno lo pagheremo sia come sistema-Paese che come consumatori».

Franco Gigante

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