Quando si è alla ricerca di strumenti di investimento si potrebbero prendere in considerazione i Piani Individuali di Risparmio (PIR). Non è chiaro a tutti di cosa si tratti, sebbene questo strumento sia già noto e utilizzato all’estero. Proprio per questo motivo è interessante capire di cosa si tratta e quali sono i vantaggi dei PIR.
I Piani Individuali di Risparmio sono disponibili in Italia dal 2017 e questo li configura come uno strumento abbastanza recente e non ancora ben esplorato dai potenziali investitori italiani. Tuttavia, questa soluzione permette di avere dei vantaggi dal punto di vista fiscale ed è per questo che chi ha a cuore la ricerca di strumenti di risparmio e investimento dovrebbe conoscerli. A dire il vero, il funzionamento dei PIR non è sempre semplice. Ma niente paura: ci sono delle risorse editoriali utili, come la guida di Affari Miei sui Piani Individuali di Risparmio, e siamo qui per provare a semplificare le cose
Come detto, i possibili vantaggi fiscali che si possono ottenere sono senza dubbio fonte di notevole interesse. Ma entriamo nel vivo del discorso. Cosa sono e come funzionano i PIR? Si tratta di una forma di investimento individuale limitato. Questo significa che ogni singolo investitore può investire 150.000 euro e il limite per ogni singolo PIR è di 30.000 euro.
Inoltre, si deve sottolineare che parliamo di un investimento che richiede di mantenere per un certo lasso temporale i titoli acquistati che, tra l’altro, possono essere scelti solo tra determinate categorie di titoli. I PIR servono, in qualche modo, a dirottare il risparmio privato verso talune forme di investimento. Il tutto, però, a fronte di notevoli vantaggi sul piano fiscale. Questo è un aspetto determinante da tenere in conto.
Quando si parla di Piani Individuali di Risparmio si deve pensare a degli strumenti di investimento che sono pensati esclusivamente per le persone fisiche e, nello specifico, per piccoli e medi risparmiatori. Come detto, i Piani Individuali di Risparmio obbediscono a delle regole specifiche. Nello specifico, ci sono delle regole sulla composizione del fondo. Il 70% deve essere investito in titoli emessi da aziende italiane o da aziende europee con organizzazione in Italia. E non basta. Almeno un terzo di questo 70% deve essere investito in aziende non incluse nel FTSE Mib e questo è un altro obbligo che si deve rispettare. Il 30% che rimane, invece, può essere investito come si preferisce.
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