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L’Aquila 11 anni dopo: accendiamo una candela la notte tra 5 e 6 aprile

Sono trascorsi 11 anni da quel terribile terremoto ma l’Aquila non dimentica. In queste ore è stato lanciato un appello ad illuminare le finestre ed i balconi, con la luce del cellulare o una candela, alla mezzanotte tra il 5 e il 6 aprile, in occasione dell’undicesimo anniversario del terremoto dell’Aquila che ha causato 309 morti e circa 1500 feriti. L’appello è stato rivolto all’Abruzzo e al Paese dai familiari delle vittime del sisma e dal sindaco Pierluigi Biondi.

La fiaccolata per la prima volta in 11 anni non si potrà svolgere. Pertanto i familiari delle vittime “per sentirsi uniti nel ricordo”, hanno deciso di dedicare il programma di eventi anche alle migliaia di morti per Covid-19. “Sarà un anniversario scandito dal silenzio e dall’isolamento quello che si appresta a celebrare L’Aquila, con l’intero Abruzzo, il prossimo 6 aprile. Lo impone la situazione difficile e complessa determinata dal coronavirus che vieta ogni forma di assembramento”. E’ quanto si legge nell’appello.

“Il rispetto delle regole – stare a casa – è un obbligo di assoluta e inderogabile civiltà poiché ne va della sicurezza di tutti. Ma possiamo sentirci uniti, nel ricordo, con un semplice gesto: accendendo una candela o un lume alle finestre, ai balconi, nei giardini delle nostre case, la notte tra il 5 e il 6 aprile. In memoria delle 309 vittime di quella terribile notte di 11 anni fa, ma anche di tutte le donne e gli uomini che a causa del contagio hanno perso la vita e se ne sono andati via da soli, senza il conforto di un familiare accanto, senza l’ultima carezza o l’ultimo sguardo di chi li ha amati e senza una cerimonia degli addii”.

“Uno strazio che noi ben conosciamo e che aggiunge dolore al dolore. Chiediamo a tutto il Paese di partecipare a questo rito collettivo: una orazione fatta di luce. Così almeno quella notte saremo tutti meno soli”. Dalla mezzanotte di domenica, saranno illuminati i luoghi simbolo del terremoto. Alla stessa ora si terrà a porte chiuse la Santa Messa nella chiesa di Santa Maria del Suffragio con la lettura dei nomi ‘dei 309 martiri’, presieduta dal Cardinale Giuseppe Petrocchi, Arcivescovo Metropolita dell’Aquila. Alle ore 3,32 suoneranno, invece, 309 nuovi rintocchi in memoria delle vittime”.

Redazione

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