Il Coronavirus chiude le scuole per altri 8 giorni in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto

In Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, dove è in cura il 93% dei positivi degli 821 totali del Paese, le scuole resteranno chiuse per altri otto giorni. Fino a sabato prossimo. Il contagio, nelle tre regioni padane, ha un’evoluzione ancora troppo veloce e l’Organizzazione mondiale della sanità ha alzato il livello di rischio globale. Luca Zaia avrebbe voluto riaprire gli istituti scolastici in Veneto, ma così non sarà. Nel decreto si dirà ancora che nelle altre quattro regioni (Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia e Marche) gli istituti scolastici possono e debbono riaprire. Per ogni ordine e grado, infanzia compresa. Le condizioni generali in queste aree consentono il ritorno in classe degli studenti già da lunedì. La riapertura varrà anche per le due province autonome, Trento e Bolzano: la prima aveva chiuso per coronavirus, la seconda per Carnevale. Da lunedì, anche nel Trentino Alto Adige si torna in classe. Con cinque milioni di studenti a casa, è stata la valutazione del governo, è davvero difficile rilanciare l’immagine di un’Italia che reagisce. Il commissario straordinario Angelo Borrelli ha detto. “Sulle scuole si sta lavorando a un provvedimento che sarà di nuovo generalizzato per tutte le regioni, prevedendo un comportamento uniforme, condiviso e concordato”. Il presidente della Regione Piemonte ha precisato. “Si va verso soluzioni differenziate tra Lombardia, Veneto, Emilia e le altre regioni”. Con le scuole, nelle tre macro aree più colpite, restano ferme anche le università, che stanno attivando corsi a distanza (gli atenei riaprono in Friuli e Trentino). Nelle stesse zone resteranno vietate per otto giorni le manifestazioni pubbliche mentre si consentirà un graduale e contingentato ritorno alla vita di musei, teatri, cinema e luoghi di cultura. Nelle città come Napoli e Venezia, che in queste ore hanno previsto grandi sanificazioni degli istituti scolastici, con la nuova settimana si torna in classe. “Credo sia importante, ove possibile, tornare al più presto alla normalità”, ha detto il vice Ministro dell’Istruzione, Anna Ascani. Il Ministro Lucia Azzolina ha confermato che l’esame di Maturità non è in discussione. “Si farà”. E che l’anno scolastico sarà salvo per tutti, anche per chi non arriverà ai 200 giorni di frequenza: l’articolo è già entrato nel decreto economico. La sospensione delle gite scolastiche fino al 15 marzo ha già provocato un danno stimato di 360 milioni, su un miliardo di fatturato annuo. E le grandi aziende di ristorazione e catering parlano di 20 mila persone a rischio di fronte alle mense scolastiche e d’università chiuse nel Nord Italia.

Redazione

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