Il godibilissimo testo che si presenta è una raccolta di articoli che lo scrittore abruzzese pubblicò negli anni Quaranta e, con un salto di tempo, nei primi anni Settanta. Ennio Flaiano esercita qui le sue ben note capacità analitiche e descrittive che lo hanno collocato tra gli esempi più interessanti della letteratura italiana novecentesca. La brevità degli scritti e la chiarezza cartesiana di una prosa limpida e mai cedevole alle tentazioni della retorica sono alcuni elementi caratteristici degli articoli riprodotti. Si conosce bene il Flaiano ironico osservatore della quotidianità, ma queste pagine ci tratteggiano un autore non solo ironico o talvolta sarcastico, ci restituiscono uno sguardo fortemente empatico verso l’umanità dolente. Flaiano fa notare i dettagli, i piccoli particolari che aprono una via maestra alla comprensione dei grandi avvenimenti. Quando la parabola del fascismo è riassunta nei tipi di copricapi indossati dal duce, l’annotazione non è solo di costume ma apre la mente a riflessioni che giungono al cuore stesso del fenomeno storico, segnandone la vuotezza d’idee, la disponibilità al compromesso con i più forti, la retorica, la infausta alleanza col nazismo. E’ il particolare che rivela il tutto e questo particolare diventa più significativo di un’infinità di parole. Flaiano si segnala in tal modo come un grande antidoto a tanti vecchi vizi italici, a cominciare dalla retorica, ed è questo aspetto che rende attuali i suoi scritti; leggendoli si scopre quanto di ciò che si credeva passato è ancora ben presente nel quotidiano attuale e quanto ancora si può vivere nell’oggi i vizi di ieri. Dal tifo calcistico alla ricerca disperata dell’evasione, dai manifesti interni ai teatri alla mania delle crociere, dalle motociclette al traffico automobilistico emerge quell’Italia, eternamente Italietta, che meno ci piace vedere e da cui facilmente, troppo facilmente, distogliamo il disgustato sguardo. Ma l’ironia di Flaiano non provoca disgusto bensì amarezza: vi è sempre un elemento di dolore nel constatare lo scarto tra ciò che è e ciò che potrebbe/dovrebbe essere. L’ampio periodo temporale proposto dalla raccolta permette così di evidenziare una sorta di presenza costante di alcune caratteristiche negative nella vita italiana che il miracolo economico non solo non ha lenito ma, se possibile, ha ingrandito. Quando viene notata la totale inadeguatezza del tessuto urbano dei centri storici al traffico moderno, Flaiano, con decine di anni di anticipo, denuncia ciò che tutti (in primis amministratori e politici) sapevano bene ma che tutti fingevano di non vedere.
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