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Il mitico Maggiolino della Volkswagen va in pensione

Dopo 80 anni di storia il mitico Maggiolino della Volkswagen entra nella leggenda. Dalle catene di montaggio della fabbrica messicana di Puebla, dove veniva prodotto, uscirà l’ultimo esemplare di una vettura che è stata venduta in oltre 21 milioni di pezzi. Il Maggiolino è l’auto che è vissuta due volte. Nacque per volontà di Adolf Hitler che nel pieno del nazismo l’aveva fatta progettare per assicurare un’auto a buon mercato ai tedeschi. Poi è diventato un emblema della controcultura americana di metà anni Sessanta ed il mezzo preferito dagli hippies dell’epoca. Il Maggiolino è l’auto più iconica grazie a quel suo inconfondibile design con il muso schiacciato ed i fari tondi che assomigliano a due occhi. Nel cinema il Maggiolino tutto matto Herbie divenne una star e divertì un’intera generazione di bambini. Pochi forse oggi ricordano che il geniale papà delle forme e della meccanica del Maggiolino fu un ingegnere austriaco di nome Ferdinand Porsche che anni dopo fondò il leggendario marchio sportivo. In piena epoca nazista, Ferdinand Porsche, progettista di auto da corsa, ricevette l’incarico di costruire quella che il Fuhrer immaginava come la “macchina del popolo”. Hitler dettò a Ferdinand Porsche persino il prezzo a cui doveva essere venduta la futura utilitaria, meno di mille marchi tedeschi, otto volte lo stipendio medio di un operaio della Germania. Fu tale il carico simbolico dato a questo progetto che la definizione“macchina del popolo” che in tedesco si dice “volks wagen”, divenne qualche anno dopo il marchio vero e proprio della fabbrica che cominciò a costruire quel modello. Ferdinand Porsche aveva elaborato un progetto tecnico molto funzionale per il Maggiolino. Scelse un motore boxer di 1,2 litri raffreddato ad aria, collocandolo in posizione posteriore per non portare via spazio nell’abitacolo. Così ottenne una buona abitabilità per 5 persone e un capace baule davanti. Il nome Maggiolino arrivò invece quasi trent’anni dopo. Quando i pubblicitari della Volkswagen lo scelsero facendo riferimento alle forme tondeggianti del piccolo insetto per rilanciarne l’immagine in un momento in cui la gente inseguiva automobili più affascinanti. Fu un successo clamoroso e in tutti i paesi fioccarono traduzioni nelle varie lingue. Negli Stati Uniti rapidamente il Maggiolino (Beetle) raggiunse picchi di vendita straordinari e insieme al pulmino Bulli divenne uno dei punti di riferimento degli anni sessanta e settanta.

Redazione

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