Giovani agricoltori verso la nuova PAC “Il futuro dell’Agrifood dopo il 2020” – Istituto tecnico Agrario Ciuffelli – Todi 21 maggio. Il convegno organizzato al Ciuffelli si inserisce in un momento strategico per il futuro della politica agricola comune (PAC). L’agricoltura europea e, di conseguenza, quella nazionale e regionale, si trova in un importante crocevia di decisioni che influenzeranno le future evoluzioni nel settore. A diversi livelli ci si interroga sui limiti dell’attuale politica e su come definire una ricetta fattibile ed efficace a favore del mondo agricolo. La Commissione Europea ha adottato il 2 maggio scorso le proposte per il nuovo piano finanziario pluriannuale dell’Unione Europea prevedendo un totale di 1 135 miliardi € di impegni (ai prezzi del 2018) per il periodo dal 2021 al 2027. Questa cifra corrisponde all’1,114 % del Prodotto Interno Lordo (PIL) dell’UE a 27 Stati Membri (considerata la fuoriuscita del Regno Unito come effetto della Brexit), contro un livello del 1,03 % del PIL attuale. La Commissione propose una riduzione che giudica “moderata” del finanziamento della Politica agricola comune e della politica di coesione: una riduzione del 5 % pour la PAC e del 7% per la coesione. Il Commissario all’agricoltura, Phil Hogan, ha parlato di 17 miliardi di euro di economie nel bilancio della PAC post-2020, citando anche una riduzione del 3,9 % (a prezzi correnti) sui pagamenti diretti e di un sbarramento agli aiuti per le aziende pari a 60 000 euro. La politica riformata, per la quale si attendono le proposte legislative annunciate dal Commissario Hogan per il 1 giugno, con un bilancio di 365 miliardi di euro (286 miliardi di euro dal Fondo europeo agricolo di garanzia e 78,8 miliardi di euro per lo sviluppo rurale) rimarrebbe basata su due pilastri: pagamenti diretti agli agricoltori e finanziamento dello sviluppo rurale. Per qust’ultimo la Commissione propone di destinare una gran parte delle risorse ad azioni benefiche a favore del clima e dell’ambiente e di aumentare i tassi di cofinanziamento nazionali. L’inverdimento degli aiuti, il cosiddetto “greening” che ha fatto tanto parlare di sé soprattutto per le difficoltà di attuazione nell’attuale programmazione, sarà sostituito da un approccio più mirato e ambizioso, ma flessibile, al fine di elevare il livello di ambizione in termini di ambiente e clima della politica agricola comune. I pagamenti diretti agli agricoltori resteranno una parte essenziale della politica dell’UE, ma saranno semplificati e maggiormente mirati favorendo una distribuzione più equilibrata anche attraverso l’introduzione di un massimale obbligatorio per gli importi ricevuti a livello di azienda agricola.
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