In tema di riscossione della Tari, sta producendo i primi effetti positivi l’azione complessiva posta in essere dall’Amministrazione comunale. L’ammontare delle riscossioni è in miglioramento.
Il 2017 chiude con un + 11.300.000 di riscossione tari. Il trend positivo sta continuando e si sta rafforzando nel 2018 con oltre 10.000.000 di maggiori incassi nei soli mesi di gennaio e febbraio. I 10.000.000 comprendono 7.500.000 da versamenti F24 e 2.500.000 per compensazione legale fra crediti e debiti del Comune frutto di un complesso sistema di monitoraggio, rilevazione e liquidazione organizzato dall’assessorato al bilancio del Comune di Palermo.
Da gennaio, infatti, se il Comune è creditore di importi liquidi ed esigibili contenuti in un avviso di accertamento, definitivo in assenza di ricorso, e, nel contempo, è debitore nei confronti dello stesso soggetto per forniture, lavori, prestazioni di servizi resi e fatturati, il comune paga le somme al netto del proprio credito. “Dalla pubblica denuncia, a settembre 2017, di un’elevata morosità Tari, – dichiarano il sindaco Orlando e l’assessore Gentile – sono trascorsi cinque mesi produttivi di novità. Nei mesi scorsi sono stati notificati gli avvisi di accertamento per oltre 100.000 cittadini morosi. Nello stesso tempo, il Consiglio comunale ha approvato i regolamenti per facilitare i pagamenti attraverso la rateazione dei debiti pregressi e la possibilità di ravvedersi con un pagamento tardivo con sanzioni ridotte. Il maggior numero di cittadini che hanno spontaneamente versato, la semplificazione e la messa in atto di procedimenti che vengono incontro alle esigenze di chi vuole pagare ma si trova in difficoltà economiche ha, certamente, contribuito ad invertire la rotta. Si tratta di proseguire su questa strada, migliorare i servizi e incentivare ulteriormente l’adempimento spontaneo. Per evitare l’emissione di avvisi di accertamento, da aprile il Comune predisporrà e invierà ai contribuenti apposite lettere nelle quali sono riportate le anomalie rinvenute nelle loro dichiarazioni o versamenti, mettendo a confronto i dati dichiarati con quelli che il Comune ha a disposizione all’interno delle proprie banche dati. In questo modo, prima che l’ufficio tributi notifichi un avviso di accertamento, il destinatario potrà regolarizzare l’errore o l’omissione attraverso il ravvedimento operoso, riducendo le sanzioni. Al contrario, se il contribuente ritiene corretti i propri dati, basterà comunicarlo, indicando eventuali elementi e documenti di cui l’ufficio tributi non era a conoscenza”.
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