Milano. “Ho intitolato così il mio cd perché mi sento come un vulcano e il fuoco che ho dentro è uscito attraverso le rime”. È l’esternazione di Clementino sull’album “Vulcano” in uscita venerdì 24 marzo, già preordine su iTunes con le ‘instant gratification’ dei brani “Ragazzi fuori” (Sanremo 2017) e “Uè ammò”. “Ho scritto tutti i testi, con la sola eccezione del brano sanremese composto insieme a Marracash, e per la prima volta ho interpretato ogni canzone da solo: ci ho messo me stesso al centro del disco, sperimentando anche sonorità che non avevo usato prima”. “Vulcano” è il quinto album da solista di Clementino dopo “Napolimanicomio”, “Rapstar” con Fabri Fibra, “Mea culpa”, “Miracolo!” e “Miracolo! ultimo round”. L’album ha avuto la sua genesi tra Napoli e Amsterdam e il titolo, “Vulcano”, rispecchia letteralmente lo stato d’animo di Clementino: come il fuoco sotto forma di lava che esce dal vulcano, così sono nate le rime che hanno dato origine alle canzoni; tredici brani scritti interamente dall’artista napoletano e per la prima volta interpretati da Clemente senza i featuring dei colleghi del mondo rap, con l’esigenza di mettersi da solo al centro delle canzoni e di sperimentare nuove sonorità. Parte delle tracce si possono definire “clementiniane”, come le chiama Clemente stesso, ossia solari, divertenti, vicine al suo personaggio come “ Uè ammò”, “Tutti scienziati”, “Keep calm e sientete a Clementino”e “Joint”, altre più introspettive come “Stamm ccà” e “Cenere”. Un discorso a parte merita “Paolo Sorrentino”, il brano dedicato ad un personaggio, in questo caso al regista napoletano premio Oscar. Clemente, da vero fan che conosce tutta la sua filmografia, ha scritto una canzone a lui dedicata dove si ritrovano frasi tratte dei suoi film più famosi. Al disco hanno collaborato diversi produttori del panorama rap italiano da Shablo e Zef a Deleterio, TY1 , Swan e altri da lungo tempo collaboratori e amici di Clementino. “Vulcano” racchiude diversi stili: da una parte Clemente è ritornato a fare le battle di freestyle, a comporre rime ad effetto, a fare dissing anche se solo in generale e senza prendere di mira alcuno; dall’altra ha inserito nelle canzoni alcuni beat tipici degli anni novanta, il boom bap della West Coast proprio della musica di Snoop Dog, Dr Dre, The Game, Cypress Hill e Kendrick Lamar, insieme alle nuove sonorità dei giorni nostri, usando in alcuni brani l’autotune, ma sempre mantenendo l’originalità che lo contraddistingue di Iena White. L’artista all’anagrafe è Clemente Maccaro, da Cimitile vicino Nola, Napoli, classe 1982, per la generazione 2.1 è l’alieno del rap italiano. Chiamatelo I.E.N.A. o chiamatelo Rapstar, come l’ha incoronato uno che se ne intende come Fabri Fibra, ma non confondetelo con il mucchio selvaggio dell’hip hop nazionale, che frequenta con orgoglio, successo e divertimento, ma di cui non condivide il machismo esasperato, il vizio di prendersi troppo sul serio, la finzione da balordo di strada: viene da posti dove il ghetto fa paura davvero ed ha scelto il suo mestiere anche per dimostrare, non solo a se stesso, che un microfono acceso e ben usato può essere una maniera per fuggire dalle terre di Gomorra. La sua profezia è un pensiero positivo: si può fare, se ci credi, se ci lavori sodo, se lotti con i denti per quello in cui credi.
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