Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni massacrati a colpi d’ascia nella loro villa e poi messi in sacchi di plastica. Il movente è “agghiacciante”: dissapori per il cattivo andamento scolastico del figlio di 16 anni, mandante del massacro di Codigoro.
Pare che il figlio fosse in disaccordo con i genitori e che avesse programmato il delitto da tempo.
Il sedicenne sarebbe solo il mandante. L’esecutore materiale l’amico di 17 anni. Gli avrebbe dato 80 euro promettendogli in totale 1000 euro dopo il delitto.
Tra mezzanotte e le 6 di martedì il diciassettenne è entrato in camera da letto da una porta finestra, lasciata aperta dal figlio. Con l’ascia ha colpito alla testa prima il padre e poi la madre. Poi ha chiamato il sedicenne perché lo aiutasse a spostare i corpi.
Volevano buttare i cadaveri in un canale e poi denunciare la scomparsa. I 2 non sono riusciti a trasportarli. Quindi hanno raccontato di aver trascorso la notte insieme. Il ragazzo ha telefonato ai Carabinieri raccontato di essere rincasato la mattina, trovando i genitori morti. Il padre in garage, dove era stato trasportato dopo l’omicidio, la madre vicina al letto. La plastica sarebbe stata utilizzata per non lasciare tracce di sangue nello spostamento.
Vincelli ha fatto ritrovare l’ascia con cui sono stati massacrati i coniugi e i vestiti sporchi di sangue dei 2 adolescenti in un corso d’acqua a Caprile.
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