Prima e dopo Di Vincenzo Calafiore 27Dicembre2016Udine La settimana prima del Santo Natale, sulle strade c’era un traffico convulso, code ai semafori, code alle rotonde, velocità massima 40/50 Km orari. E in quegli infernali Centri Commerciali si è manifestata l’apoteosi di luci e di gente, un fiume inarrestabile di carrelli stracolmi e di gente, tanta gente stressata dal “ pensiero “ di comprare il cibo per il pranzo, la cena e per Santo Stefano. Nelle case, tavole imbandite e colore predominante il rosso, rametti di pino e fiocchetti, segnaposti particolari, bicchieri per l’acqua e il vino, cestini per il pane, sottobicchieri e sottobottiglie per non macchiare la tovaglia di “ una volta all’anno”, la più bella, la più elegante tra le tovaglie di ogni giorno, candele e candeline. Le mamme o le mogli, le compagne, col viso tirato, stanche e stressate, ricevono gli ospiti a casa propria. Assieme a loro arrivano altri regali, altre bottiglie di vino, panettoni, dolci e chi più ne ha ne metta, tutta roba che si aggiunge a quella già acquistata, gli armadi scoppiano e non si sa più dove metterla ….. così vanno a riempirsi gli angoli a terra o sotto l’albero di natale. Le lunghe ore passate a tavola, rumori di stoviglie e chiacchiere tra un boccone e l’altro, vino, acqua…. Caffè, ammazza caffè, e finalmente la corsa finale vicino alla mezzanotte. Tutti distrutti e sonnolenti, cinture dei pantaloni allentate, bottoni sbottonati dei pantaloni e lo stomaco in sofferenza comincia la faticosa opera dello smaltimento… poi un po’ alla volta la casa o la taverna si svuotano e comincia il dramma della padrona di casa che comincia a rassettare, come in un teatro viene smontata la scenografia e intanto comincia già ad albeggiare, i padroni di casa finalmente vanno a letto, in alcuni casi incazzati neri, in altri casi, la solita affermazione: “ il prossimo anno …. Che non ti venga in mente di organizzare sto bordello a casa… io mi sono stancata… non lo faccio più… ! “ Insomma dal 24 al 26 dicembre sono giorni di grande e intenso stress! Un via vai di famiglie che vanno e vengono, da altre case, da altri luoghi. E menomale che c’è la crisi. Poi passando per strade si possono notare i cassonetti della carta e della plastica pieni e strapieni, anche quello dell’umido. In tutto questo grande sperpero di denaro e di energia come sempre viene a mancare sempre meno una cosa, ed è lo “ Spirito Natalizio “ ecco perché la slitta di Babbo Natale non parte! La domanda è: “ ma è proprio necessario” tutto questo impegno ? Con tutto il cibo acquistato in più le mense dei poveri avrebbero assicurato pietanze per due mesi senza esagerare! Cibo che prima viene riciclato nei giorni successivi e poi vinti dalla nausea, e sconfitti dal disordinato intestino, andrà a finire nei cassonetti dell’umido. A guadagnarci sono stati i commercianti di giocattoli, profumerie, abbigliamento, elettronica, etc, etc… A piangere sono i portafogli… e Dicembre sarà un mese lunghissimo e tutto di scadenze. Allora perché almeno una volta invece di pensare a pranzi e cene faraoniche, farle il più semplice possibile? Prendere e mettere in pratica le parole di “ Francesco “ fare un Natale di piccole cose perché è lì, sta lì, lo spirito natalizio, sta lì il nostro Gesù. Evitiamoci quei carrelli stracolmi e code infernali alle casse, sulle strade. Evitiamoci il coinvolgimento della corsa al regalo, il regalo riciclato, le lunghe ore seduti attorno a una tavola dove si parla sempre meno. Lo diciamo ogni anno e ogni anno rifacciamo le stesse cose, lo stesso ritenuto errore.

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