Milano, condanna per Diana Bracco la difesa annuncia ricorso

L’ex vice presidente di Confindustria è stata condannata per frode fiscale e appropriazione indebita. Il Tribunale di Milano ha comminato 2 anni di reclusione a Diana Bracco, ex presidente di Expo 2015 spa. L’imprenditrice avrebbe commesso i reati in veste di presidente del Cda della Bracco spa, realizzando una frode da oltre un milione di euro. Il pm Giordano Baggio aveva chiesto un anno e tre mesi.

Diana Bracco ha eseguito lavori su case private e barche

Le fatture confluivano nella contabilità della Bracco Spa. I Finanzieri, dopo la chiusura delle indagini, avevano posto sotto sequestro beni per il valore di un milione di euro (il valore della somma evasa).

Ricorso in appello

Il legale della Bracco ha parlato di “totale estraneità” alle accuse. “Dal dibattimento è emerso chiaramente non solo che le fatture contestate si riferivano a prestazioni realmente eseguite, ma anche che la mia assistita non si è mai occupata delle modalità di fatturazione e pagamento dei lavori. Tutte le imposte sono state pagate e pertanto non ci sono contenziosi aperti con l’Agenzia delle Entrate”.

Diana Bracco aveva sanato il proprio contenzioso tributario versando al fisco 1,042 milioni di euro, cifra che secondo l’accusa corrisponderebbe “all’importo totale dell’imposta complessivamente evasa per effetto dell’utilizzo delle fatture false”.