Oltre 40 milioni di elettori si esprimeranno sulla bozza della Carta -la ventesima nella storia del Paese- preparata da una commissione nominata dalla giunta militare.
Il referendum è inquadrato – dagli osservatori politici locali – come una sorta di plebiscito sull’operato del governo del generale Prayuth Chan-ocha, autore di un colpo di Stato nel maggio 2014. Fare campagna elettorale per il “no” è stato in sostanza reso illegale da una serie di restrizioni.
La Thailandia non ha un gran bel rapporto con la democrazia per cui il referendum non rappresenta – per la comunità internazionale – un momento di libera espressione ma, per l’appunto, un plebiscito su un Governo “dittatoriale”.
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