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La nuova guida storico culturale di Palazzo Bonanome Ravenna

Il Consorzio di Bonifica Adige Po di Rovigo ha presentato lo scorso lunedì 18 Luglio la Guida storico Culturale intitolata “Palazzo Bonanome Ravenna”. L’incontro, tenutosi presso il palazzetto Campagne Vecchie adiacente alla sede del Consorzio di Bonifica, ha visto la presenza dell’amministrazione dell’Ente, dell’Assessore Regionale al territorio cultura e sicurezza Cristiano Corazzari, e dell’Assessore Comunale Alessandra Sguotti. Il testo fa parte della collana Economia e Territorio pubblicata dal Consorzio di Bonifica ormai da anni, che tratta argomenti inerenti il territorio, i consorzi e l’idraulica. Questa 13° pubblicazione si differenzia dalle precedenti, introducendo il tema storico culturale che ha coinvolto gli uomini della bonifica, anche attraverso lo studio dei palazzi utilizzati come sede amministrativa. Ne parliamo con Paola Ballani, curatrice dell’opera. 

Paola Ballani

Di che cosa tratta? Si tratta di una guida per facilitare la “lettura” del Palazzo, nel momento in cui ci si trova a visitarlo: una sorta di percorso attraverso il tempo, che analizza ciò che è oggi visibile, ma anche tutto quello che è scomparso a causa delle ristrutturazioni. Il Palazzo in cui ora ha sede il Consorzio di Bonifica Adige Po, ha visto il susseguirsi di notevoli cambiamenti storici: la famiglia Bonanome, con a capo Domenico, assessore del Comune che si impose sugli austriaci; l’arrivo della famiglia Ravenna, ebrei commercianti che rispecchiarono un periodo di forte presenza della comunità ebraica nella città; per poi arrivare alla sede dei Consorzi come luogo di pregio e valore vista la posizione, senza dimenticare la presenza della milizia nel periodo del fascismo. Come è strutturata questa Guida? Dopo un breve accenno alla storia e alle vicissitudini che hanno caratterizzato la zona centrale di Rovigo, ed in particolare l’area di Santa Giustina e di Piazza Garibaldi, mi sono soffermata sull’analisi dei tre utilizzi principali del Palazzo: la residenza della famiglia Bonanome, l’abitazione della famiglia Ravenna e  la sede dei Consorzi. Nell’ultima parte del testo ho approfondito gli elementi che a livello artistico hanno maggiormente caratterizzato il Palazzo stesso, con particolare riferimento alla pittura e alle decorazioni sopravvissute e non, a causa delle varie ristrutturazioni. All’interno del volume sono presenti molte curiosità, ma soprattutto elementi che permettono, ad una lettura attenta, di analizzare la vita all’interno della struttura: nel periodo della famiglia Ravenna, ad esempio, è chiara la distribuzione delle camere che prevedeva la separazione tra la vita del pater familia e della donna, diametralmente opposte sui lati della residenza. Oppure la presenza nel cortile interno, di figure molto diverse tra loro, come un partigiano, un fascista e un reduce di guerra, costretti a convivere per quasi vent’anni. Quali elementi artistici di spicco si possono rintracciare nel Palazzo? A livello pittorico sono da segnalare, le decorazioni a Grottesca di Goltara, al paino terreno, e i soffitti dei due Piani Nobili. Al primo, troviamo delle ruote arabescate decorate a merletto, mentre al secondo una decorazione a finto stucco. Da non dimenticare anche i Lacunari che si trovano ora in un ufficio dei piani alti. Per quanto concerne le decorazioni, bisogna annotare il Palazzo come il primo nella città di Rovigo, che con la restaurazione della famiglia Ravenna, introdusse la ghisa come elemento di decoro, sia nei portoni, nelle colonne e nello scalone interni, che nelle balconate. Il mosaico veneziano ricopre quasi la totalità della superficie, mentre un busto in bronzo che ritrae G. B. Casalini, opera di Virgilio Milani, si posiziona sulla facciata principale del Palazzo. Perché una guida storico culturale relativa ad un palazzo? Mi auguro che questo piccolo volume possa essere da spunto per approfondire le nostre conoscenze storiche di edifici e zone della città di Rovigo, che seppur già trattate da autori illustri, vengono spesso sottovalutate. Anche i luoghi abitualmente frequentati possono rivelarsi ricchi di segreti e di curiosità, che vale la pena scoprire, avendo il tempo e il modo di scavare nei meandri della storia. Inoltre credo che la storia sia la base per il futuro; solo conoscendo la nostra storia, potremmo affrontare il futuro coscientemente.
Redazione

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