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Castelli, torri e mura della Basilicata

Del castello e la struttura fortificata più importante della Basilicata si è parlato durante la presentazione del volume “Castelli, torri e mura della Basilicata”. Le strutture offensive attestate in Basilicata sono 189- è stato ricordato nel convegno – se si considerano mura e torri anche risalenti alla fase premedievale ma allo stato attuale la Basilicata ne conta 19 tra cui la testimonianza più lucida e ben conservata del genio di Federico II: Castel Lagopesole. Testimonianza del castello inteso come “Symbolum” di tutela e difesa, di struttura offensiva che si evolve per diventare “palatium” e poi monumento e quindi ai giorni nostri “bene culturale” che – nell’accezione attuale – si intende come “soddisfazione di bene e di cuore”. Risalente al XIII secolo e in buona conservazione il nome “Lagopesole” , frazione di Avigliano associata al castello, è con tutta probabilità legato al lago del “Quaternario”, il lacus pensilis (lago sospeso) che insisteva sulla Valle di Vitalba. Dai suoi 830 metri di altezza si tramanda che il castello in questione sia stato dotato di guarnigione sin dalla guerra greco-gotica. Ed è proprio da questa fortificazione d’età normanna che tra il 1128 e il 1129 trovo riparo Ruggero II e ancora nel 1137 soggiornarono Papa Innocenzo II e Lotario III prima dell’assedio di Bari. Ma grazie al fiorente periodo degli Svevi e alla ristrutturazione avvenuta per mano sua nel 1242 Federico II contribuì a far assumere alla struttura le sue odierne proporzioni. Così la roccaforte fu annessa al demanio regio e si ampliò per trasformarsi in lussuosa dimora estiva e albergo di caccia. Manfredi, figlio di Federico, proseguì nei lavori intrapresi dal padre e trascorse lunghi periodi nell’edificio sorto in un luogo estremamente ameno. Apprezzamento fu manifestato anche in epoca angioina in particolare da Carlo I d’Angiò che lo dotò di un acquedotto e di scuderie oltre a una “piscicoltura medievale”- il castello conobbe, poi, una fase di abbandono e degrado fino ai più recenti restauri ben illustrati nel testo di Santoro, e in particolare nel volume dedicato alle schede tipologiche. complessivamente si può dire che i lavori edificatorii siano stati interrotti subito dopo la battagli di Benevento nel 1266 che sancì il passaggio del regno di Sicilia dagli Hohenstaufen (Federico) agli Angiò. Da parte della Regione Basilicata l’impegno di curare la ristampa della III edizione aggiornata del prezioso volume dell’architetto storico Lucio Santoro. Proprio perché la Basilicata, con i suoi numerosi paesini inerpicati e arroccati che si affacciano su distese e vallate, si contraddistingue da strutture fortificate che sono elemento distintivo del patrimonio e del paesaggio.

Redazione

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