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Da Piazza Maggiore in Bologna, Silvio Berlusconi si congeda da leader del centrodestra e passa il testimone a Matteo Salvini

Stanco come non mai, discorso senza alcun significato politico con riferimento ai problemi degli italiani e come risolverli, in particolare la disoccupazione giovanile. Il “clou” dell’intervento dal palco di Piazza Maggiore l’ex Cavaliere Silvio Berlusconi lo ha evidenziato quando ha affermato: “con Matteo, Giorgia e Silvio non ce n’è per nessuno”.

I giovani militanti leghisti della prima fila non sono riusciti a trattenersi dal fischiarlo. Una manifestazione, quella di Piazza Maggiore che, a parte le ingiurie fatte a turno dalla Meloni, Berlusconi, Salvini, ai loro avversari politici, è stata priva di un qualsiasi contenuto politico. In periodo di campagna elettorale è cosa normale esagerare nel promettere ogni cosa ai cittadini senza entrare nel dettaglio delle risorse per concretizzarli. Salvini, forse perché sa che non governerà mai nei prossimi cento anni, si è presentato sul palco imitando Matteo Renzi nell’abbigliamento: camicia bianca neve (felpa e camicia verde l’ha rinnegate) e le ha sparate più grosse di chi lo ha preceduto sul palco. Ha dato del cretino al Ministro degli Interni e questo basta per dire chi è Salvini che vorrebbe candidarsi a governare l’Italia.

Un intervento che di sicuro farà discutere sulle affermazioni colorite e non per altro, giacché di politico/economico nel discorso di Salvini c’era poca cosa.

Ciò che invece farà discutere è il modo scelto da Silvio Berlusconi per congedarsi da leader del centrodestra e passare il testimone a Matteo Salvini. Per un ex presidente del Consiglio a capo di una formazione politica (FI) che in passato ha toccato punte del 38%, mettersi nella scia del leader della Lega e di Giorgia Meloni per cercare di rimanere a galla politicamente rappresenta un triste finale.

La manifestazione di Bologna della Lega insieme a FI e FdI ha anche allontanato definitivamente da questo trio di centrodestra, a guida Salvini, Alfano e Fitto. La manifestazione di Bologna per come si è sviluppata non ha creato nessuna preoccupazione a Matteo Renzi, né come segretario nazionale del Pd, né come presidente del Consiglio. Dopo Bologna FI continuerà a sfarinarsi a beneficio di Denis Verdini (Ala) che s’ingrosserà con nuovi arrivi a sostegno di Renzi.

Redazione

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