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Da “Mediterraneo Possibile” Comitato di Crotone: più che le parole possono i fatti

La lettera inviata dal Sindaco di Crotone, Peppino Vallone, al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi a proposito della questione con Ionica Gas, continua a fare discutere in ogni ambiente politico. Il comitato “Mediterraneo Possibile” che fa capo a Pippo Civati già del Pd, afferma a proposito della lettera di Vallone al Presidente Renzi: “Quando le prime stridono con i secondi è auspicabile si faccia chiarezza rispetto a interrogativi spontanei che non possono non sorgere in una cittadinanza consapevole. A maggior ragione quando le questioni sono di tale rilevanza ambientale, economica e sociale. La lettera che il Sindaco di Crotone ha indirizzato al Presidente del Consiglio dei Ministri, circa la vicenda Eni/Jonica Gas e attraverso cui si rileva la necessità di un tavolo istituzionale al quale definirla in tutte le sue sfaccettature, potrebbe essere condivisa non fosse per le palesi contraddizioni che casualmente, invece, essa evoca. La premessa dell’istanza rivolta al Premier vorrebbe esprimere la volontà politica di contrastare una volta per tutte lo sfruttamento del territorio, accelerare il suo risanamento ambientale e individuare strategie di sviluppo che in primis rispettino i cittadini e la vivibilità dei luoghi. Ma allora, perché, anche a fronte di quella deliberazione consiliare del 2013 contro le trivellazioni che ha tracciato intenzioni chiare del governo cittadino, il Comune di Crotone, per esempio, non ha presentato le osservazioni alle nuove concessioni rilasciate dal Governo? Come mai il Sindaco (supportato dalla sua maggioranza) non si determina, come avvenuto in altre città (vedi Roseto Capo Spulico), a emanare quella ordinanza c.d. di precauzione che, sulla base di dati evidenti circa i danni all’ecosistema marino e rispetto alla fragilità geo-morfologica del territorio, consentirebbe di sospendere immediatamente ogni attività di ricerca e estrazione di idrocarburi? Come mai, nella bozza di convenzione che stava per essere portata in Consiglio più di un anno fa, e fermata da un’alzata di scudi popolare extra consiliare, si rinunciava, sic et simpliciter, allo studio sulla subsidenza e al famoso “gas devettoriato” che pure erano nella convenzione 2008/2011? A questi interrogativi vorremmo si dessero risposte chiare alla città, quando anche qualcuno invocasse il recentissimo vezzo del “rivendico il diritto a cambiare idea”. Motivandolo appunto e rendicontando le attività pregresse. L’appello del Sindaco e del PD all’unità sulla vertenza Eni/Jonica Gas/Syndial non può dirsi esaurito in se stesso se non si chiariscono questi passaggi e soprattutto non si comunica, almeno, quale progetto politico, economico e sociale si intende perseguire. In caso contrario rimarrebbe un improbabile e sterile spot pre-elettorale”.

Redazione

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