Nuccia Cammara vive a Palermo, dove lavora come assistente sociale. Ha al suo attivo diverse personali e collettive e vari riconoscimenti, tra cui l’edizione 2010 del “Portfolio Insieme” al XVI Etna Photo Meeting. La ricerca artistica, coniugata con il suo lavoro, l’ha portata ad approfondire l’uso sociologico e terapeutico della fotocamera come strumento di auto-rappresentazione, foto-racconto biografico, in processi riabilitativi dalla tossicodipendenza o di prevenzione da alcune forme di devianza giovanile. Da questo originale percorso nasce un approccio alla fotografia come processo esplorativo del proprio mondo interiore e delle emozioni.
“Tempi del mio (ir)reale” ci propone appunto un viaggio intorno all’Io, tra le pieghe nascoste di due realtà, una vissuta e percepita e l’altra sognata, immaginata, creata ad hoc. Le immagini della Cammara – scrive il critico fotografico Fausto Raschiatore nel testo che accompagna la mostra – suscitano riflessioni «autentiche, vere, efficaci e cariche di sensualità e di passione. Una tavolozza di emozioni che coniugate tra di loro diventano metafora eletta a simbolo dell’istinto, degli impulsi primordiali e incontrollabili, dell’irrazionalità, delle pulsioni profonde, come sanno essere solo certe speciali sensibilità femminili».
Gli scatti di Nuccia Cammara descrivono solitudini, spazi aperti e disadorni, muri scrostati, sedie e oggetti decontestualizzati, luoghi dove il tempo pare essersi fermato, autoritratti e ritratti senza volto, immagini dal forte impatto emotivo che rimandano attraverso i contenuti psicologici a una ricerca intimistica e a una dimensione fascinosa e stimolante del proprio mondo interiore.
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