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Tempi del mio (ir)reale, le foto di Nuccia Cammara in mostra a Palazzo Grimaldi dal 13 al 28 giugno

Dal 13 al 28 giugno Palazzo Grimaldi ospiterà la mostra fotografica “Tempi del mio (ir)reale” dell’artista palermitana Nuccia Cammara (inaugurazione sabato 13, ore 18.30; sarà presente l’autrice. Visite: da lunedì a sabato, ore 10.00-13.00 e 16.00-20.00, ingresso libero). La mostra è allestita nell’ambito della 7a edizione del Med Photo Fest, la manifestazione dedicata alla fotografia d’autore, promossa dall’Associazione culturale Mediterraneum di Catania con il patrocinio e il supporto di istituzioni pubbliche e private tra cui il Gruppo fotografico Luce iblea di Scicli e la Fondazione Giovan Pietro Grimaldi di Modica.

Nuccia Cammara vive a Palermo, dove lavora come assistente sociale. Ha al suo attivo diverse personali e collettive e vari riconoscimenti, tra cui l’edizione 2010 del “Portfolio Insieme” al XVI Etna Photo Meeting. La ricerca artistica, coniugata con il suo lavoro, l’ha portata ad approfondire l’uso sociologico e terapeutico della fotocamera come strumento di auto-rappresentazione, foto-racconto biografico, in processi riabilitativi dalla tossicodipendenza o di prevenzione da alcune forme di devianza giovanile. Da questo originale percorso nasce un approccio alla fotografia come processo esplorativo del proprio mondo interiore e delle emozioni.

“Tempi del mio (ir)reale” ci propone appunto un viaggio intorno all’Io, tra le pieghe nascoste di due realtà, una vissuta e percepita e l’altra sognata, immaginata, creata ad hoc. Le immagini della Cammara – scrive il critico fotografico Fausto Raschiatore nel testo che accompagna la mostra – suscitano riflessioni «autentiche, vere, efficaci e cariche di sensualità e di passione. Una tavolozza di emozioni che coniugate tra di loro diventano metafora eletta a simbolo dell’istinto, degli impulsi primordiali e incontrollabili, dell’irrazionalità, delle pulsioni profonde, come sanno essere solo certe speciali sensibilità femminili».

Gli scatti di Nuccia Cammara descrivono solitudini, spazi aperti e disadorni, muri scrostati, sedie e oggetti decontestualizzati, luoghi dove il tempo pare essersi fermato, autoritratti e ritratti senza volto, immagini dal forte impatto emotivo che rimandano attraverso i contenuti psicologici a una ricerca intimistica e a una dimensione fascinosa e stimolante del proprio mondo interiore.

Redazione

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