Lui respinge le accuse. “Avevo più volte fatto delle consegne in quella casa- ed ero entrato in confidenza con lei”. Il corriere espresso di 26 anni avrebbe sostenuto di non aver usato la forza né di averla costretta. “Non a caso – ha spiegato – andavo a consegnare i pacchi quando sapevo che il marito era al lavoro”.
Diverso il racconto della donna di 29 anni. Il corriere espresso le avrebbe strappato camicetta e reggiseno scaraventandola sul divano. Poi la violenza. Alla donna, sposata e madre di tre bambini, non sarebbe rimasto che chiedere aiuto ai Carabinieri e sporgere denuncia.
A quasi 2 anni dalla presunta aggressione, potrebbero essere le tracce biologiche lasciate dal presunto violentatore (corriere espresso di Romano d’Ezzelino) sulla camicetta e il reggiseno della mamma di 29 anni a dare la svolta decisiva all’inchiesta. È almeno quanto pensa la Procura di Treviso, che ha mandato tutti gli elementi di prova raccolti a Parma, alla Scientifica dei Carabinieri. La Procura ha ordinato il test del Dna, accertamento tecnico irripetibile.
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