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Milano, Legalità aggiornato il piano anticorruzione

Dalle interviste ai cittadini in visita nei cimiteri per valutare la qualità e il funzionamento dei nuovi appalti nel settore, al rafforzamento delle procedure di lavoro nei servizi di sorveglianza e sicurezza del patrimonio museale, con particolare attenzione alle modalità di gestione dei sistemi antintrusione e ai piani di emergenza per la salvaguardia delle opere; dalla co-progettazione tra Comune e operatori del terzo settore per la realizzazione degli interventi dedicati all’infanzia e all’adolescenza in base alla legge 285, all’introduzione di una procedura standard per l’adesione di Milano ai programmi di finanziamento dell’Unione europea: sono alcune delle novità introdotte dal Comune di Milano nel Piano triennale anticorruzione.

A un anno esatto dalla sua adozione (avvenuta il 31 gennaio 2014), il Piano anticorruzione è stato aggiornato dalla Giunta di Palazzo Marino in seguito a un lavoro di “mappatura” del rischio coordinato dal Segretario generale, quale responsabile comunale per la prevenzione della corruzione.

A seconda della valutazione del grado di esposizione al rischio nei diversi ambiti di attività, sono stati inseriti ex novo o integrati i modelli operativi di prevenzione e gestione del rischio stesso, mentre in numerosi casi si è proceduto alla conferma e alla maggiore diffusione della conoscenza dei modelli già esistenti.

In particolare, nell’aggiornamento del Piano si è puntato allo sviluppo delle piattaforme informatiche in alcuni ambiti – tra cui l’occupazione di suolo pubblico, il governo del territorio, la mobilità – per rendere ancora più efficienti, tracciabili e trasparenti le procedure amministrative e garantire ai cittadini un migliore accesso ai servizi.

Altro elemento di novità riguarda i progetti per l’infanzia e l’adolescenza che rientrano nel campo di applicazione della legge 285, con l’introduzione di modelli operativi “standard” per la concessione dei contributi agli enti del terzo settore e per la realizzazione degli interventi.

L’aggiornamento del Piano, inoltre, si concentra sulle azioni di monitoraggio in tre diversi ambiti di verifica: l’insussistenza di cause di inconferibilità/incompatibilità degli incarichi dirigenziali; l’insussistenza dei divieti previsti per legge (decreto legislativo 165/2001) per i pubblici ufficiali che sono stati condannati, anche con sentenza non passata in giudicato, per i reati contro la pubblica Amministrazione; infine, per la verifica che i dipendenti cessati dal servizio negli ultimi tre anni non siano stati assunti né svolgano un incarico professionale presso i soggetti privati destinatari dell’attività della pubblica Amministrazione.

Viene così resa più efficace l’attuazione del Piano triennale, partecipato e condiviso da tutti i settori dell’Amministrazione, nei suoi obiettivi principali: ridurre le opportunità che si manifestino casi di corruzione e aumentare la capacità di individuarli, creare un contesto sfavorevole alla corruzione, consolidare tra i dipendenti la consapevolezza dei principi di etica e legalità dell’azione amministrativa.

Redazione

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