Nota stampa di Antonio Papaleo, Console Regionale dei Maestri del Lavoro.
“Un altro Anno “horribilis” è trascorso, portandosi dietro una scia interminabile di preoccupazioni e di problematiche , il cui sbocco rimane difficile da intravedersi.
Rispetto a questo scenario a tinte fosche per il nostro Bel Paese, non fa eccezione la piccola (demograficamente parlando) Basilicata che, anzi, viene a trovarsi nella paradossale condizione di essere territorio con elevata potenzialità in termini di risorse, specie naturali , ma costretta a vivere in una perenne precarietà socio-economica ed occupazionale , a cui s’aggiunge l’assurda prospettiva di poter perdere la sua stessa identità politica ed istituzionale, forse anche per l’appetibilità delle sue “ricchezze! “.
Una prospettiva – sostiene in una nota Antonio Papaleo, console regionale dei Maestri del Lavoro – che è iniziata da molto tempo, forse fino da quando furono istituite le Regioni, tanto da aver avuto “profeti ! ” a ripetizione, a partire dalla ipotesi formulata dalla Fondazione Agnelli, che fu prontamente sventata da un ceto politico di quel tempo , molto più attento e risoluto di quello odierno.
Infatti , ciò che non è stato possibile in quel tempo, grazie all’avvedutezza ed alla determinazione dell’insieme dei Soggetti Istituzionali e Sociali di allora , che prontamente intervennero a difesa della integrità e della dignità regionale, si è oggi ripresentato , a valle del disegno lento ed inesorabile con cui si sta procedendo alla “spoliazione” del tessuto istituzionale, buon ultimo ( ma non finisce qui ! ) del Compartimento della Polstrada , facendolo con l’arroganza da parte di alcuni “Rappresentanti Politici”, dimentichi di avere piuttosto il dovere di difendere la storia che nel tempo le popolazioni si sono data, a cui si aggiunge l’aggravante del “ silenzio complice e pusillanime “ di quanti, diversamente, dovrebbero ergersi a naturali paladini.
Bene ha fatto, nei giorni scorsi, quant’anche voce isolata al momento , l’ex Presidente del Consiglio Regionale Aldo Michele Radice a dire la sua in merito a questa “ vera e propria mortificazione “ che si intende perpetrare a danno della Basilicata, tentando di attivare un dibattito che langue e che dovrebbe vedere , diversamente , allertati ed indignati tanti altri Soggetti “ in carriera “ che , come sempre, “ se la prendono comodi” , come se la questione non riguardasse loro , tutti e sempre presi dalla sterile e stanca politica politicante , attenta semplicemente a posizionarsi nel “ firmamento del potere”.
Se questa “ scelleratezza “ dovesse concretizzarsi ( ma è molto probabile viste le avvisaglie e alcuni accorpamenti già avvenuti ) . non lamenteremmo più solo il depauperamento delle “ intelligenze “ che lasciano il nostro territorio e sono senza ritorno, bensì diventeremmo “ periferia estrema di una qualsivoglia macro-regione”, con l’aggravante di vederci ulteriormente ridurre i Servizi , specie alla Persona , i cui centri decisionali si allontanerebbero ulteriormente, facendoci diventare sempre più un popolo “residuale”, fatto essenzialmente di anziani, abbandonati al loro magro destino e senza poter contare in un qualche possibile ed incisivo potere di contrattazione.
Uno scenario di crescenti difficoltà , a cui fa da ammonimento il lavoro elevato a vero e proprio “ miraggio “, tanto da essere stati costretti a dover fare affidamento alla Santa Madre Chiesa , confidando nel “miracolo” , semmai attraverso l’intercessione del Santo Padre e/o , per noi lucani , dei Vescovi chiamati a sostituirsi alle Rappresentanze Istituzionali e Sociali.
Uno scenario in cui le Famiglia sono costrette a ricorrere ,sempre più spesso, alla Caritas per poter far fronte alla povertà crescente; con i Servizi : dalla Salute , ai Trasporti , alla Viabilità , alla Scuola , al Credito sempre più carenti e scarsamente fruibili; siamo, insomma , allo sconforto che va sempre più a minare la stessa speranza.
Urge, pertanto , un vero e proprio scossone ; un “ ritmo “ , come ammonisce e sollecita Renzi , capace di restituire credibilità in noi stessi e nelle Istituzioni , attraverso cui riprendere a risalire dal “ baratro “ in cui siamo stati costretti.
In quanto Maestri del Lavoro di Italia, consapevoli di aver dato e di poter continuare a dare , specie in termini di testimonianza , grazie alla nostra fedeltà alla Istituzioni ed alla forte abnegazione verso la Società, siamo pronti a fare la nostra parte, augurando a tutti tempi migliori , a partire dal prossimo Anno 2015″.
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