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Una mostra sulla Firenze in guerra per capire il nostro passato

Nelle sale di Palazzo Medici-Riccardi si susseguono i tre scenari della “Firenze in guerra 1940-1944”, questo il titolo della mostra organizzata dall’Istituto storico della Resistenza in Toscana con la collaborazione della Regione. Fu dapprima la città della guerra (1940-1943): mentre migliaia di cittadini partono per i vari fronti, l’intera popolazione è chiamata a mobilitarsi per sostenere lo sforzo bellico. Gli stessi spazi pubblici si trasformano, in seguito alle misure di protezione antiaerea sui monumenti o alla creazione degli ‘orti di guerra’.

Si entra poi nella città dell’occupazione (1943-1944); le forze tedesche e la RSI tentano di attuare uno stretto controllo del territorio, mentre iniziano i bombardamenti e le condizioni di vita della popolazione si fanno sempre più difficili. Solidarietà e resistenza danno vita alla città della Liberazione; Firenze, sede del Comitato Toscano di liberazione nazionale, si distingue per la pluralità e la ricchezza delle reti partigiane e antifasciste, che si oppongono alla violenza degli occupanti e degli uomini della Rsi nei confronti di civili inermi, ebrei, renitenti alla leva. Documenti, oggetti, immagini, voci, filmati animano un ampio percorso espositivo multimediale che, intrecciando storie individuali e esperienze collettive, attraversa la ricostruzione dei primi anni di guerra quando Firenze era esibita dal fascismo come culla culturale del Nuovo ordine europeo, fino alla città violentemente investita dal conflitto. “Una città vista da un punto di vista insolito e poco conosciuto, spesso rappresentato da un vissuto quotidiano segnato profondamente dalle scelte della dittatura fascista, e più avanti dai mille problemi causati dallo stato bellico” ha affermato nel corso di una sua visita l’assessora regionale alla cultura Sara Nocentini. “Firenze come forse non vorremmo ricordare e che invece deve esserlo per farne tesoro, per noi e soprattutto per i nostri figli – ha aggiunto – proprio mentre celebriamo il 70mo della Liberazione. Sono pezzi difficili di storia che abbiamo il dovere di affrontare per portarne alla luce tutti gli insegnamenti. La Regione lo sa, e ha una tradizione di attività in questa direzione; a partire dalla decennale esperienza del Treno della Memoria, che puntualmente ripartirà alla fine del prossimo gennaio per restituire un altro terribile momento della nostra Storia così da poterlo rielaborare nelle nostre coscienze e potere davvero declinarlo al passato”.

Redazione

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