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Presepe Vivente al Centro Storico di Castellaneta

Dalle ore 18.00 alle ore 22.00 di venerdì 26 dicembre 2014 il rione San Domenico di Castellaneta (Taranto) si vestirà a festa, facendo respirare, come da quindici anni (nozze di porcellana per questa edizione, come da linguaggio di anniversari), l’atmosfera del grande mistero del cristianesimo: l’Incarnazione di Dio nel bambino Gesù con la rappresentazione del Presepe Vivente al Centro Storico.

Un centinaio i figuranti che ripresenteranno la magica scena di tutti i tempi, il Natale di Nostro Signore, mestieri di altri tempi, animali veri, profumi di frittelle condite con sughetto piccante, vino e mozzarelle: il tutto preparato al momento con degustazione.

Bambini che scorrazzano fra le stradine del centro storico in abiti rigorosamente del periodo di Gesù; e la famiglia di Nazareth: una coppia con il suo bambino battezzato negli ultimi mesi.

“Non una manifestazione ma una rappresentazione del grande Mistero a noi Cristiani molto caro, in un periodo di crisi più che economica, forse morale, riprendiamo il ‘cammino’ come uomini e cristiani verso la fonte di ogni valore che è il Dio fattosi carne per la nostra salvezza”, ha detto il parroco don Franco Alfarano.

L’aria sarà allietata dalle dolci note dei Zampognari del Gargano che ogni anno fisso nel loro calendario questa data castellanetana.

“Una tradizione radicata, con presenza di molti forestieri, che deve destarci dal torpore religioso e morale – ha sottolineato il parroco – L’augurio si estende a tutti con la speranza di una fede forte e salda alla nostra ‘pietra angolare’ che è Cristo amante di ogni uomo”.

La rappresentazione che la parrocchia San Domenico offre è dare occasione a tutti (credenti e non, praticanti e non, scettici e curiosi) di ‘guardare’ al vero significato di quella nascita che ha sconvolto la storia e il senso della vita dell’uomo.

“Io credo che per comprendere il Natale occorra andare indietro con la nostra fantasia alla nostra infanzia e riscoprire la capacità di meravigliarsi – ha sottolineato don Franco Alfarano – Perchè il sentimento efficace per la comprensione di questo grande mistero non può che essere la ‘meraviglia’. Non sono sufficienti i discorsi, le spiegazioni, la teologia, l’intelligenza, il sapere. Lì in quella improvvisata culla c’è solo un bambino che, come dice la canzone “Tu scendi dalle stelle“, giace in una grotta al freddo e al gelo”. Non servono le devozioni, le preghiere, il ragionamento di noi adulti, davanti al presepio occorre soltanto diventare ‘bambini’, perchè tra bambini ci comprendiamo. Il dialogo si svolge su un piano diverso”.

Redazione

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