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In Bergamasca indagine su agricoltura eco-friendly

“Il prossimo avvio del nuovo Piano di sviluppo rurale dell’Unione europea ci offre l’occasione per riflettere sull’applicazione delle più avanzate tecniche di coltivazione finalizzate al raggiungimento di livelli minimi di impatto ambientale dell’attività agricola, così come di interventi a saldo positivo per l’ambiente generati mediante l’impegno delle imprese agricole e agromeccaniche”: così si esprime Leonardo Bolis, presidente provinciale e nazionale di Confai, annunciando la recente decisione di Confai Bergamo di condurre, a partire dalla prossima stagione produttiva, uno studio in campo su una serie di pratiche colturali eco-friendly che potranno essere implementate grazie al sostegno dei fondi comunitari. L’indagine sarà condotta in Bergamasca e sarà coordinata da Confai Academy, la Corporate University per l’agricoltura avente la propria sede centrale nella nostra provincia.

“Si tratterà di una ricerca di carattere eminentemente pratico  – sottolinea Enzo Cattaneo, direttore provinciale di Confai e segretario generale dell’Academy –, alla quale parteciperanno inizialmente cinque imprese agromeccaniche operanti sul nostro territorio, congiuntamente ad un numero variabile di aziende agricole. L’obiettivo è di testare la sostenibilità ambientale ed economica di modalità colturali sulla cui applicazione le autorità di Bruxelles contano molto in vista di un’agricoltura sempre più attenta alla conservazione e al miglioramento degli ecosistemi rurali”.

Di quali tecniche si tratta? “Con la nuova programmazione per lo sviluppo rurale – spiega Cattaneo – l’Ue punterà molto sul cosiddetto no tillage, ovvero su una tecnica conservativa di gestione del suolo che prevede la realizzazione di coltivazioni erbacee senza previa lavorazione del terreno, in modo da cercare di preservare la naturale fertilità dei suoli. Ma vi sono molte altre pratiche colturali che potrebbero essere oggetto degli incentivi comunitari, quali piani per evitare il compattamento e l’erosione dei suoli, strumenti per l’ottimizzazione del ciclo dell’azoto, realizzazione di siepi e frangivento, oltre che strategie per un utilizzo più efficiente delle risorse idriche”.

“Si tratta di misure con finalità lodevoli e condivisibili – osserva il presidente Bolis -. L’unico rammarico è che, anche nella prossima programmazione 2014-2020, le imprese agromeccaniche del nostro Paese saranno escluse dall’accesso diretto ai fondi Ue riservati allo scopo, i quali saranno destinati alle sole imprese agricole in senso stretto. Nondimeno, da parte dei contoterzisti agrari vi sarà come sempre la piena disponibilità a supportare con ogni mezzo le aziende agricole nel percorso verso il raggiungimento di standard agroambientali sempre più elevati”.

Redazione

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