“Un Sud più forte è un Sud più coeso. Capace di una progettazione unitaria soprattutto sui fondi europei, di piani di sviluppo comuni che determinerebbero potenzialità maggiori in una posizione geografica così strategica. Noi meridionali abbiamo molti motivi per stare insieme, ecco perché mi sento di esprimere una certa apertura al lavoro che potrebbe portare verso una macroregione a sei. Un processo di trasformazione che merita sicuro approfondimento e non di certo una fusione a freddo. Per questo, e’ utile avviare discussioni e confronti su temi quali le infrastrutture strategiche e la difesa del suolo in seno alla Conferenza delle Regioni. Un modo per cominciare a ragionare insieme e proporre interventi comuni, per avere maggior peso nei confronti del governo nazionale, per recuperare responsabilità e peso politico. La crescita delle regioni del Sud, può dipendere esclusivamente dagli abitanti del Sud, forme di co-sviluppo non possono essere che un’occasione per tutti”.
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