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Catania, Marionettistica dei Fratelli Napoli nel Futuro della Memoria 30 anni dopo

La Marionettistica dei Fratelli Napoli che rappresenta oggi l’antica e famosa tradizione dell’Opera dei Pupi catanese, è a rischio chiusura. E’ Fiorenzo, direttore artistico della compagnia, “primu parraturi” e maestro costruttore dei pupi, a lanciare l’allarme. Don Gaetano Napoli fondò la compagnia nel 1921, affidandola successivamente ai tre figli Pippo, Rosario e Natale. Insieme all’infaticabile madre Italia Chiesa.

Martedì 4 marzo sarà ricordato un doloroso anniversario, il trentennale della scomparsa di Natale Napoli. Dalle ore 17, presso il Teatro Alliata della Vecchia Dogana a Catania, si svolgerà un incontro-evento dal titolo, “Il Futuro della Memoria, 30 anni dopo”, promosso dall’Assostampa Catania, il Sindacato Unitario dei Giornalisti e dall’Accademia Belle Arti di Catania, ma prima di tutti e tutto, voluto dalla famiglia Napoli, una tradizione che rischia di essere soffocata da mille problematiche collaterali che stanno intorno.

Saggi di spettacoli e proiezione di video storici gratuiti. Ed inoltre, spazi espositivi e il “Museo della Marionettistica Napoli”, per l’occasione, ad ingresso libero. Purtroppo, il momento drammatico che tutto il nostro paese sta attraversando, non sta risparmiando la cultura e pertanto anche questa famiglia, giunta alla quarta generazione di maestri pupari.

Fiorenzo, siete arrivati ad un bivio. “Questa storia ha raggiunto si un bivio, le situazioni epocali sono cambiate, non parlo di una crisi di un teatro che è morto agonizzante, ma di una tradizione che rischia improvvisamente di morire”.

Il 18 maggio 2001 l’Opera dei Pupi è stata riconosciuta dall’Unesco, patrimonio orale e immateriale dell’Umanità. Adesso è impensabile che una realtà come la Marionettistica dei Fratelli Napoli, possa terminare di farci sognare. “Non vogliamo regali, ma solo di continuare la nostra storia, nella dignità che abbiamo sempre avuto. Chiediamo più attenzione e di farci continuare a viaggiare su questo vascello che ha attraversato 100 anni di storia della nostra città e non solo”.

Nell’evento di martedì reciterà anche vostra mamma Italia Chiesa, forse una delle sue ultime volte. “Si. Straordinaria la forza e l’energia di questa donna che ha dedicato tutta la sua vita ai pupi, che è stata un faro della nostra famiglia, reciterà in un modo svelato, in mezzo alla gente. Una persona di 90 anni, che diventa istantaneamente giovane, regalandoci l’emozione della sua voce della sua melodia.”

I Napoli raccontano la storia che li precede perché sono essi stessi storia da raccontare. Al legno e al ferro donano voce e anima, coraggio e viltà, sentimenti e cinismo. Sulle tavole di legno del palcoscenico ripropongono la storia dell’umanità, sempre diversa e sempre uguale a se stessa, segnata dal desiderio d’amore e dalla necessità dell’odio. Ma a questo punto ci chiediamo: smetteranno le mani dei Napoli di muovere i sogni di queste favole appese ai fili?.

Redazione

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