L’uomo di di 71 anni, esponente dell’omonima cosca della ‘ndrangheta, è accusato di truffa ai danni dell’Inps. A Giuseppe Alvaro, che era già detenuto ai domiciliari, i Carabinieri hanno notificato una ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Palmi, Fulvio Accurso, che ha accolto la richiesta del procuratore Giuseppe Creazzo e dell’aggiunto Sandro Dolce. E’ emerso che il settantenne, mentre era ai domiciliari, ha costituito una fittizia azienda agricola, figurativamente ubicata su terreni di proprietà del Comune di Cosoleto, per assumere falsi braccianti agricoli e percepire fraudolentemente indebite erogazioni previdenziali dall’Inps. Il solo danno economico derivante dalle indebite erogazioni ammonta a circa duecentocinquantamila euro tra il 2009 ed il 2012 per percezioni erogate in favore di ben 49 fittizi braccianti agricoli, che rispondono dei reati contestati ad Alvaro in concorso.
Giuseppe Alvaro ha precedenti per detenzione di armi clandestine, rapina, estorsione, sequestro di persona ed associazione per delinquere di tipo mafioso. Per quest’ultimo reato è stato condannato dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria alla pena di 12 anni, scontati in regime di “41 bis” perché ritenuto boss della cosca di ‘ndrangheta di Sinopoli. Ad Alvaro sono anche sequestrati e confiscati numerosi beni immobili.
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