L’ammanco è di più di 33 milioni. Si tratta di tasse pagate dai calabresi ma usate per altro dai responsabili di una società di riscossione cosentina. La truffa è stata scoperta dai Finanzieri di Reggio Calabria. Vittime oltre 50 amministrazioni calabresi. Le Fiamme Gialle hanno segnalato alla Procura 21 persone coinvolte.
I circa 33 milioni di tributi versati dai contribuenti, secondo quanto hanno ricostruito i finanzieri, sono finiti nelle tasche dei responsabili della “So.ge.fi.l. Riscossione Spa”, società cosentina operante nel settore della riscossione per conto di enti pubblici territoriali.
I soldi dei cittadini, versati per l’Imu o per la Tares, venivano in realtà utilizzati per fare shopping su internet, per il pagamento di fantomatiche consulenze, o per elargire lauti compensi agli amministratori della società di riscossione. Tra i comuni truffati quelli maggiormente danneggiati sono risultati Nicotera, al quale sono stati sottratti quasi 8,5 milioni, Cariati che ha subito un danno di 4,3 milioni, Nocera Terinese di 2,2 milioni, Parghelia di 1,8 milioni, Amantea e Falconara Albanese per circa 1,5 milioni.
La Guardia di Finanza prosegue per accertare le eventuali responsabilità patrimoniali dei pubblici amministratori che con il loro comportamento hanno consentito alla società di provocare il danno alle casse pubbliche.
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